GUSTO E SALUTE

Miele, nettare di Afrodite

Il dottor Domenico Centofanti ci svela i segreti di questo dolce alimento

“Luna di miele” o come direbbero gli inglesi Honeymoon: è difficile capire dove nasca l’espressione ma certo è un’attinenza alla dolcezza del periodo immediatamente successivo al matrimonio. Se è difficile risalire all’origine dell’espressione, certo il miele da sempre è stato associato al matrimonio: nel medioevo, ad esempio, la sposa portava lo portava, perché simbolo di ricchezza. È anche vero che non si poteva usare lo zucchero perché nei secoli scorsi quest’ultimo non si estraeva ancora dalla barbabietola o dalla canna da zucchero, ed il miele era il solo dolcificante disponibile. L’origine del suo utilizzo si perde nella notte dei tempi. Pitagora lo raccomandava come alimento per una lunga vita, i Babilonesi lo impiegavano per cucinare e gli Egizi lo depositavano nelle tombe dei faraoni perché servisse come cibo per il viaggio nell’oltretomba. Dopo il XVII secolo, con l’arrivo degli zuccheri composti, il consumo di questo dolcificante naturale è andato via via diminuendo. Abbiamo approfondito l’argomento con il dottor Domenico Centofanti, medico Chirurgo, specialista in scienza dell'alimentazione, vicepresidente SIME e segretario Nazionale ANSiSA.

Come si sceglie il miele?

“Il colore non incide sulla qualità, questa dipende dal fiore dal quale le api hanno attinto. Alcune qualità si alterano con il tempo, ed è quindi importante non scegliere un prodotto molto datato. Il miele che le api producono è sempre liquido, ma dopo alcune settimane diventa solido o semisolido a seconda della sua composizione in fruttosio e glucosio. Se prevale il fruttosio, il miele rimane liquido. Se è invece il glucosio a prevalere, questo tende a rapprendersi. Queste caratteristiche dipendono dal fiore di provenienza e diventa, pertanto, un modo per scoprire eventuali contraffazioni: ad esempio quello di acacia è liquido perché prevale il fruttosio, pertanto se è solido vuol dire che è contraffatto.

Quali sono i valori nutrizionali del miele?

Gli zuccheri – risponde il dott. Centofanti - rappresentano circa l’80% dei costituenti del miele, ma contiene anche la vitamina A, K, C e quelle del gruppo B e proteine. La quantità di acqua è variabile e condiziona la qualità del prodotto: influisce sulla fermentazione, sulla cristallizzazione e sulla cremosità. Tra i minerali i più presenti sono il calcio, il fosforo, il sodio, il cloro, il potassio ed il magnesio. Ha un potere dolcificante doppio rispetto allo zucchero grazie alla presenza del fruttosio libero. Si può usare metà quantità di miele per avere lo stesso sapore dolce rispetto allo zucchero, ma con circa metà calorie; spesso diventa un rischio perché spinge i più ad un consumo eccessivo e quindi ad abbondare anche con le calorie.

Il miele ha anche proprietà terapeutiche?

Contiene le inibine, sostanze con funzione simil-antibiotica: il famoso cucchiaio di miele contro le malattie da raffreddamento. Per questo e per la sua azione disinfettante sarebbe utile oltre che nelle malattie da raffreddamento, anche nelle bronchiti e stomatiti. Le proprietà terapeutiche del miele, tuttavia, sono ben più numerose: utile in caso di astenia, inappetenza, ansia e insonnia, nervosismo, dissenteria ed altre forme gastrointestinali, è indicato anche per chi soffre di alitosi. Ha potere cicatrizzante, impacchi di miele, su bruciature e ferite, potrebbero alleviare il dolore e il prurito. Per la sua azione emolliente, nell’ammorbidire la pelle ne ristabilisce l’equilibrio idrico.

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