LA STORIA

Caseificio La Masseria, una storia di famiglia nel cuore della Piana del Sele

Realtà imprenditoriale alla terza generazione, oggi nelle mani di Christian Contini

Senza intermediari, familiare e di filiera: sono queste le caratteristiche che contraddistinguono l’azienda agricola La Masseria. Ad Eboli, in località Cornito, nasce nei primi anni del Duemila, seppure le sue radici riportino la sua storia agli anni Quaranta. Una realtà imprenditoriale alla terza generazione, oggi nelle mani di Christian Contini.

La storia del Caseificio La Masseria

Dopo la bonifica fatta da Mussolini, negli anni Quaranta nonno Luigi acquistò dei terreni e cominciò ad allevare le bufale. Tranne una breve parentesi in cui il papà Nicola dedicò parte del suo lavoro all’ortofrutta, questi maestosi animali hanno sempre scandito il ritmo del lavoro aziendale. E, molto presto, si è compreso il valore di produrre direttamente il loro cibo. «Apparteniamo a questo territorio e abbiamo sempre desiderato dargli valore. Anche la vita ci ha insegnato che questo era il nostro posto. Mio padre studiò per diventare avvocato ma perse presto suo padre e si dedicò all’azienda, una storia molto simile alla mia purtroppo, che ormai lavoravo come avvocato a Roma. Ma sono tornato con piacere, sono cresciuto in azienda e amo i suoi ritmi».

La filosofia di Christian Contini

«È mio padre Nicola ad aver concepito l’azienda a filiera chiusa, io non solo ho sposato l’idea ma l’ho rafforzata, perché sono convinto che l’obiettivo non debba essere la quantità ma la qualità», racconta Cristian. L’allevamento è proprio vicino al caseificio, a cui si è aggiunto un punto vendita proprio all’uscita autostradale di Eboli. «L’Italia della qualità passa per le realtà aziendali che sono in grado di controllare e conoscere l’intera filiera. Noi coltiviamo ciò che mangiano le nostre bufale, conosciamo che tipo di latte ne otteniamo e, quindi, da quale materia prima partiamo per realizzare la nostra mozzarella di bufala». Il segreto di un prodotto di alta qualità, che vede accanto alla mozzarella tanti altri prodotti ottenuti con il latte di bufala, è il benessere degli animali. «Stiamo cercando di ridurre il numero dei capi, mantenendo i più performanti per migliorare la specie. Il miglioramento della genetica e delle condizioni di vita si traducono in un latte migliore e più salubre. A noi non interessano i volumi, l’importante per me è rendere sostenibile l’azienda». Succede di frequente che la mozzarella di bufala finisca prima dell’orario di chiusura del punto vendita, ma non è una preoccupazione, piuttosto un vanto. D’altronde nel caseificio La Masseria non c’è la formatrice, la mozzarella viene mozzata esclusivamente a mano. «Abbiamo trovato il nostro punto di equilibrio tra artigianalità, qualità e quantità. Nei periodi più tranquilli lavoriamo a prodotti alternativi, stiamo provando degli stracchini, ma anche stagionati. Ci piacerebbe fare accoglienza nei pressi del caseificio, ma vogliamo lavorare con calma per poter dare il meglio».