Usura e usocratica civitas

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L’usura è il segno dell’esistenza di un’economia sommersa che finanzia attività commerciali precarie che spesso la subiscono a causa di una strutturale incapacità di accedere al credito legale. In alcuni casi il ricorso al prestito usuraio è così diffuso, e accettato come normalità, da rappresentare un vero e proprio sportello bancario “alternativo” con leggi, codici e regolamenti non scritti ma accettati dagli attori del gioco. Nel silenzio e nella sommersione l’usura è diventata il nuovo business della camorra. A differenza dell’estorsione è di fatto un reato depenalizzato e consente, al tempo stesso, grandissimi utili e la possibilità di inserirsi nel cuore delle imprese. Nell’agro nocerino sarnese, in un’inchiesta avviata dalla procura di Napoli nel 2011, si è scoperto un vasto giro d’usura con a capo un noto pregiudicato, originario di Pompei, ma residente a Scafati, e già detenuto per una condanna ad 8 anni sempre per usura. Grazie agli accertamenti bancari e alle intercettazioni telefoniche è emerso che la convivente dell’usuraio era l’incaricata a ricevere o consegnare somme di denaro ad imprenditori in crisi di liquidità, spesso già protestati e, dunque, espulsi dal circuito bancario.

Sempre a Scafati sono state accertate, grazie al lavoro degli inquirenti, 40 vittime di usura che sottostavano alle pressioni delle “donne squalo”. Infatti le organizzatrici del sistema creditizio illegali erano tutte donne che gestivano un giro d’affari di oltre 200mila euro con metodi poco gentili: 25 vittime, disperate e ridotte sul lastrico, sono state selvaggiamente picchiate perché in più di un’occasione hanno saltato la rata del “mutuo”. Qualche tempo prima, al capo opposto della provincia, nel Vallo di Diano, era venuta alla luce una vera e propria “usuropoli”. La storia è semplice da raccontare. Una donna di trentacinque anni aveva pensato di utilizzare i suoi risparmi per metter su un’impresa di pulizia. Dopo pochi mesi, le spese hanno superato le entrate e così ha fatto ricorso al prestito usuraio. In breve gli interessi sono schizzati al 500%. L’usuraio, in questo caso, è un pensionato settantenne incensurato che agiva in questo modo: consegnava il denaro richiesto e contestualmente si faceva rilasciare un assegno contenente la somma prestata comprensiva del tasso d’interesse concordato con il debitore. La magistratura, alla fine, ha spezzato la ragnatela che ormai stingeva la gola di molti piccoli commercianti di Sala Consilina incapaci di “onorare” l’impegno finanziario. Anche la Piana del Sele è fortemente colpita dal fenomeno al punto da mettere a rischio lo sviluppo di una piazza importante come Battipaglia. L’arresto di 21 persone, colte in flagranza di reato, ha portato in superficie l’attività di un cartello camorristico che ha soggiogato 23 imprenditori, alcuni dei quali hanno dichiarato fallimento o sono stati spossessati della loro azienda. Gli interessi, generalmente, si aggirano tra il 90 e il 500% con un giro economico da capogiro sottratto all’economia legale delle comunità locali. La nostra provincia è imbrigliata nelle maglie dell’usura da nord a sud. Eppure nel novero delle indagini non emergono casi eclatanti nella città capoluogo. Salerno è immune dal fenomeno usurario? Non credo. È probabile, piuttosto, che ci sia una forte omertà, una specie di silenzio assenso sull’attività del credito illegale. Non c’è da stupirsi. La crisi ha agevolato il ricorso al prestito illegale e poi non bisogna dimenticare che l’usura si accompagna alla vergogna poiché unisce nella diffamazione la vittima e il carnefice. Chi mai sarebbe disposto ad ammettere pubblicamente di essere un fallito consegnando tutti i suoi beni, e persino la coscienza, ad un essere abbietto che sfrutta le nostre debolezze o incapacità?