Una metropolitana granata, la mia proposta

Per celebrare i 150 anni di fondazione della Football association, la Federcalcio inglese ha pensato di riprendere un’idea già sperimentata in occasione delle Olimpiadi. In questo caso ogni linea, sono 14, della metropolitana londinese è stata dedicata a una figura importante del calcio mondiale, mentre ogni fermata è stata per l’occasione ribattezzata con il nome di un calciatore o allenatore. Così per il momento è possibile incontrarsi alla fermata Gianfranco Zola, o darsi appuntamento alla Diego Armando Maradona oppure alla Michel Platini, Cruyff, Pelè, Paolo Maldini, Franz Beckenbauer, Ferguson e Mourinho. Solo per indicare qualche nome. Un’idea originale per festeggiare una ricorrenza e il pianeta calcio, lo sport più amato e popolare del mondo. Un’occasione per ricordare i grandi calciatori, quelli che hanno permesso a intere generazioni di sognare e gioire, dispiacersi e sperare per le magnifiche gesta di ventidue uomini che rincorrevano un pallone su un prato verde.
In tutto questo, mi piace riprendere l’iniziativa lanciando una proposta. Salerno potrebbe pensare a costruire un progetto simile per il 2019, in occasione dei festeggiamenti del centenario della fondazione della Salernitana. Ovvio, la costituenda linea metropolitana cittadina è uno spillo se paragonata ai chilometri di quella londinese. Ma se si allargasse l’idea anche alle linee degli altri trasporti pubblici cittadini, sperando che per quel tempo si possa godere di un servizio veramente degno di una città che si vuol considerare europea, e ad alcuni luoghi più significati della city, credo che si possa pensare ad un evento, della durata non inferiore ad un mese con il quale si possa parlare di calcio, di sport ai giovani e all’Italia. Sarebbe dunque bello avere la fermata Agostino Di Bartolomei, con gigantografia e curriculum allegato, quella Marco Di Vaio e poi pensare di incontrarsi alla Gipo Viani o alla Pierino Prati. Un progetto per ricordare i cento anni di fondazione della Salernitana, certo, ma da allargare ai grandi del calcio italiano e mondiale. Per esempio la piazza Socrates, il dottore brasiliano con la sua idea di calcio democratico, e poi ancora il corso Grande Torino o largo Paolo Rossi. Tutto questo per permettere di parlare di calcio ai ragazzi, far crescere nel cuore di ognuno di loro, ubriacati da format televisivi e calcio da teleschermo, la passione per questo sport dove al termine delle partite si dovrebbero applaudire tutti e ventidue in campo anche se un proprio giocatore decide, giustamente, di salutare i propri ex tifosi. Il caso Evacuo a Benevento rappresenta una criticità da superare velocemente.
In una Paese fatto di campanili, dove si preferisce l’insulto al confronto anche nei luoghi dove si dovrebbe garantire lo svolgimento democratico della quotidianità, vedi il Parlamento, al momento potrebbe apparire una chimera pensare ad un progetto del genere. Ma Salerno, a mio avviso, ci potrebbe provare diventando così una città pilota. Raccontare, per l’occasione, la storia della Salernitana, sarebbe bello se dai gradini della serie A, in un’ottica global. Lo sport, anche per chi non lo pratica agonisticamente, rappresenta una palestra di vita dove si formano non solo atleti, per quelli ci vogliono le strutture, ma uomini.
In fondo il calcio, per riprendere un’idea di Agostino Di Bartolomei, “è semplicità” e a me piace vivere questa vita proprio in questo modo.