Un attimo prima di morire

Dopo la partita persa dalla Salernitana contro il Trapani, ho ascoltato tanti, forse, troppi commenti. Ma che gran bella forma di democrazia è il calcio, visto che ognuno può esprimere la propria opinione anche se si dimostrerà priva di alcun fondamento. Ho letto, su questa partita, fin troppe parole, anche il web è stato inondato di idee diametralmente opposte le une dalle altre. Poi sarebbe giunto anche il mio turno, ma i due o tre lettori di questa modesta tribuna sono consapevoli che spesso dalla penna, pardon, dalla tastiera del sottoscritto vengono fuori argomentazioni assai lontane da quanto è accaduto sul terreno di gioco o nelle viscere degli spogliatoi. Allora mi taccio perché all’alba qualcosa sarà già accaduto. Però scriverò comunque qualcosa, prendendo in prestito qualcosa dal tifoso Mario Sabatino, che poi ho scoperto poter vantare la paternità del compianto Michele uno degli storici fondatori dei Fedelissimi. Mario ha postato un commento sulla propria pagina fb, completando il tutto con una foto della Curva Sud, stracolma come sempre, del vecchio stadio Vestuti. Si tratta di semplici parole che mi hanno colpito, che mi hanno permesso di calmierare l’insoddisfazione di questo momento: "...questa gente, per una vita intera, ha aspettato la serie B come il traguardo e il sogno da realizzare, un minuto prima di morire. Non v'era nient'altro di più grande al mondo; prima del lavoro, prima di un amore, prima dei loro stessi figli, da dover toccare con mano, un giorno, quanto la promozione in serie cadetta era ed è stata l' unica, vera ed agognata ricchezza del popolo Salernitano. Che squadra o non squadra, pioggia, vento od afa, terzi o tredicesimi, s'era sempre in quattordicimila.
Tutti, rigorosamente e per forza, in piedi con la testa nel cancello. Non lamentiamoci perché i punti sono otto. Non inveiamo contro il presidente. Non crocifiggiamo il portiere, o il brasiliano di turno che sbaglia un rigore. La Salernitana gioca in serie B e per questo consideriamoci fortunati, fin quando quello che hanno sofferto i nostri padri, sui gradoni di cemento del Vestuti, è la più gloriosa eredità di chi ha le spalle forti, perché è nato.... GRANATA..."