Stalking, tra l'astratto e il concreto

imageLo stalking è subdolo. È una forma di violenza non tangibile. Si insinua nelle esistenze più limpide come un serpente viscido e velenoso. È l'arma dei frustrati, dei vermi, di chi è incapace di sentimenti, di chi non sa amare, di chi non può avere e non avrà mai. Mai. Lo stalking è uno stillicidio continuo, è la goccia che cade perpetua, è la traccia che si allunga, è la lesione che diventa solco. Lo stalking schiaccia, ferisce, scuote l'anima. Lo stalking lacera senza pietà e osserva la lenta agonia e gioisce del dolore e della sofferenza. È un aguzzino intento alla tortura, un carnefice che tormenta la vittima e ne strappa brandelli di anima, lentamente. Ma poi, un giorno, arriva il momento del riscatto, anche dall'omertà di chi sa e finge di non sapere. E l'incubo finisce.