Sarno, la Salernitana e quella montagna assassina o vittima?

“I morti, i morti, ci sono i morti”. Attilio sembra un forsennato. Non si dà pace guardando quelle immagini dei tg. Non vuole più parlare di calcio, non ce la fa. E non vuole che a farlo sia anche suo figlio Nunzio, una vita trascorsa in Curva Sud. Pacato padre di famiglia, sciarpa granata intorno al collo e sulle gradinate dello stadio Vestuti sin da bambino. La serie A conquistata dalla squadra di Mastro Gipo Viani la ricorda solamente perché le sfumature dei racconti del papà non lo hanno ancora abbandonato. E’ una vita intera che aspetta, in pratica sono cinquant’anni che si attende di rivedere la Salernitana nuovamente in massima serie. Fuori, al di là della finestra ogni strada, piazza, vicolo e balcone della città sono imbandierate come non mai era avvenuto prima. Anche i paesi della provincia hanno issato drappi e bandiere granata. Il 10 maggio allo stadio Arechi si affronteranno Salernitana e Venezia, la prima e la seconda della classe. Un punto e i granata giungeranno nell’Olimpo calcistico: Juventus Inter, Milan, Inter, Roma saranno le prossime avversarie. Dietro la schiena corre un brivido se solo il pensiero si sofferma su questi particolari. Ma è accaduto l’imponderabile. Il 5 maggio a Sarno è franata la montagna. Piogge incessanti e poi un fiume di fango. Un disastro, una tragedia immane: 160 le vittime, di cui 137 solamente a Sarno, le altre suddivise tra i comuni si Bracigliano, Quindici, Siano e San Felice a Cancello. Trenta minuti di silenzio tombale all’Arechi in segno di rispetto nei confronti di chi non c’è più. Poi lo striscione esposto dalla Sud: “Purtroppo la vita continua”. Al fischio finale la città di Salerno non festeggia la storica promozione. Bandiere al vento e lacrime di gioia solamente all’interno dello stadio. Ne parla tutta l’Italia. “Montagna assassina o vittima?” si domanderà un libro realizzato dall’Archivio di Stato di Salerno e edito da Laveglia Eidtore. Scorrendo le oltre trecento pagine si comprende chiaramente che anche in questo caso la mano assassina non è quella della natura. La mano armata è da ricercare altrove. Il calcio e lo sport si intrecciano con la storia quotidiana. Ma c’è ancora chi non crede in tutto questo preferendo soffermarsi solo al rettangolo verde. Contenti loro. Sabato 26 maggio sarò a Sarno, in tour per presentare “Salernitana 19:19 dalla D alla B alzando le coppe”, edito da Printart Edizioni. La serata è stata voluta e organizzata dalla comunità granata “Sarno Granata” e da Francesco Renzullo. Racconteremo della nostra passione per il sodalizio con l’Ippocampo, ma partiremo proprio da quel 5 maggio del 1998.