Sangue sul calcio

Cos’altro dovrà accadere in Italia per determinare un definitivo blocco, a medio e lungo termine, delle manifestazioni calcistiche dopo l’increscioso episodio di natura delinquenziale che ha fatto da cornice alla finale di coppa Italia giocata allo stadio Olimpico di Roma tra Napoli e Fiorentina? Bisogna dirlo senza mezzi termini che quanto è avvenuto a Roma, dove un tifoso giallorosso ha esploso colpi di arma da fuoco contro i tifosi partenopei, rappresenta un’azione da guerriglia, la modalità con la quale sanno comunicare i delinquenti. Un’azione che va condannata e repressa senza attenuanti. A quali altre tragedie dovremo assistere, quando ci recheremo in uno stadio, prima di giungere ad una risposta dura e decisa da parte delle autorità competenti che devono impedire il ripetersi di tali eventi delittuosi? No, non possiamo più accettare che lo stadio si trasformi, ancora una volta, in un’arena per il regolamento di conti. Ma il calcio è la metafora della nostra società, dunque è facile ritrovare le stesse falle dell’Italia Paese dove chi è pagato per decidere, assumersi delle responsabilità non lo fa demandando ad altri le decisioni. Uno Stato dove il colpevole è sempre qualcun altro. Uno Stato impotente, debole, in ginocchio che ama trattare, non importa se con gli ultras, i mafiosi o i camorristi. E’ giunto il momento di gridare basta. Di obbligare il nostro Esecutivo a formulare leggi severe da applicare senza attenuanti o interpretazioni di sorta. Chi commette reati deve andare in galera. Non possiamo più accettare di andare allo stadio ed avere paura perché, probabilmente, dietro un albero può nascondersi un delinquente di una qualsiasi tifoseria che può sparare vigliaccamente nel mucchio e condizionare così la vita di chiunque. La finale di coppa Italia andava rinviata. Non accetto nessuna lezione sugli eventuali problemi che un rinvio del genere avrebbe procurato. Purtroppo non abbiamo uno Stato degno di tale nome. Larghe o strette intese, i nostri rappresentanti sono di bassa statura morale e di dubbie capacità dirigenziali. Bravi ad inchinarsi dinanzi ai burocrati di Bruxelles, bravi a rendicontare la signora Merkel confermandole che noi “sappiamo fare i compiti a casa”. Al diavolo. I compiti a casa ce li assegnavano i nostri insegnanti, a scuola di fronte casa. Basta, è giunta l’ora di cambiare sbarazzandoci di coloro che si sono dimostrati incapaci di governare questo Paese. Basta con il qualunquismo, a scuola si ritorni ad insegnare l’educazione civica. Poi, come se non bastasse, in quel di Pagani, proprio nel giorno in cui l’Italia avrebbe potuto e dovuto ricordare il 65esimo anniversario della tragedia di Superga che ci ha portato via per sempre la leggendaria squadra del Grande Torino, all’unico pullman di tifosi salernitani è stato riservato un lancio di pietre. Solamente pietre potrebbe dire qualcuno, meglio delle pistole. L’idiozia trova asilo ovunque purtroppo.
Basta. Non possiamo più accettare un calcio sporco di sangue e far finta di niente perché lo show, si lo show deve a tutti i costi continuare.