Raffaele Brogna: "Trasparenza su ciò che mangiamo. Perché è importante firmare la petizione per la tracciabilità"

petizione_prev_1Nessuno tocchi l’indicazione dello stabilimento di produzione sull’etichetta: è questo il nome della petizione lanciata da Raffaele Brogna, ideatore del sito www.ioleggoletichetta.it  e di una serie di iniziative a tutela dei consumatori e in nome della trasparenza. Sottoscrivendo la petizione si chiede: l'indicazione dello stabilimento di produzione su tutti i prodotti; la tracciabilità delle materie prime che costituiscono gli ingredienti del prodotto; lo standard univoco per l'etichettatura e la piena accessibilità ai disabili non vedenti e ipovedenti attraverso i lettori OCR. Con le firme raccolte, verrà presentata una petizione al Parlamento Europeo per estendere l’obbligo di indicazione dello stabilimento di produzione in tutto il territorio UE, sia sui prodotti alimentari che non alimentari attraverso l'informazione testuale - che ora manca su tutti i prodotti alimentari provenienti dal resto d’Europa - e il codice sanitario, che attualmente è presente solo su carni e latticini. "Sapere dov'è fabbricato un prodotto deve essere un nostro diritto - dichiara Raffaele Brogna -. E’ il primo passo verso una tracciabilità seria e completa dei prodotti che consumiamo. Il secondo passo sarà finalizzato al cercare di ottenere la tracciabilità completa di tutte le materie prime che vanno a costituire gli ingredienti dei prodotti per evitare episodi gravi come quello del non poter sapere se le materie prime provengono da zone inquinate. Oltre all’intervento da parte del Governo con un decreto mirato all’emergenza in Campania - continua Brogna - si deve intervenire anche per dar modo al consumatore di sapere cosa sta mangiando, e questo si può fare solo agendo sulla normativa in tema di etichettatura. Da dove proviene la farina della pasta, da dove provengono le verdure di un minestrone? Far conoscere la filiera di un prodotto al consumatore è un ulteriore segnale di trasparenza su cui devono puntare le aziende e le istituzioni perché chi arriverà a sposare questa visione trasparente del commercio e del rapporto con i consumatori sarà anche chi genererà profitti e rilancerà l’economia".
Ma non basta. "Puntiamo alla definizione di uno standard univoco per l’etichettatura - chiarisce -, stili grafici di caratteri colori disposizione degli elementi in etichetta chiari e leggibili secondo regole chiare e univoche affinché tutti i lettori OCR dei non vedenti e ipovedenti possano accedere alle informazioni riportate in etichetta. In più, all’obbligo di rendere le etichette accessibili anche in formato elettronico in un database unico europeo continuamente aggiornato".
Insomma, ciò che Brogna intende sottolineare è che il consumatore ha un potere enorme, ma che per esercitarlo deve poter accedere ad un’informazione trasparente su ciò che consuma. "L’obbligo di indicare lo stabilimento di produzione nel Regolamento Europeo 1169/2011 non c’è, e infatti quasi tutti i prodotti provenienti da altre nazioni non riportano tale informazione - aggiunge -. Dal 2014 tale informazione rischia di scomparire anche dai prodotti italiani. Eppure grazie all’indicazione dello stabilimento di produzione si può risalire al nome del produttore del prodotto, conoscere con certezza oltre al Paese anche in quale specifico stabilimento è fabbricato un prodotto, ma soprattutto scegliere con maggiore consapevolezza cosa consumare. Allora perché il Parlamento Europeo non inserisce nel regolamento 1169/2011  tale informazione come obbligatoria?". E dunque, non può mancare l'appello finale di Raffaele Brogna alla sottoscrizione: "E’ importante agire sia sul binario legislativo in tema di etichettatura e tracciabilità, come stiamo cercando di fare attraverso la nostra petizione (per chi volesse firmare http://goo.gl/w5hX4), sia attraverso l’educazione al consumo".

E noi? Vogliamo o no una maggiore trasparenza sui cibi di cui ci nutriamo? Se sì (e chi non la vuole?), sbrighiamoci a firmare.