Pupi e Pupari della campagna elettorale salernitana

teste_saraceneQualche giorno fa Mara Carfagna ha detto che se Vincenzo Napoli viene eletto sindaco di Salerno, farà la fine di Mario de Biase, un burattino in mano ai burattinai, i quali sarebbero i giovani rampolli di Vincenzo De Luca. A quanto pare qualcosa di buono nelle elezioni c’è, se si rispolvera il vecchio scontro tra destra e sinistra un po’ sopito negli ultimi anni del partito della nazione. Certo, solo un anno fa il candidato Zitarosa, di cui è giunta ora a sostegno la Carfagna, si inerpicava in sperticati elogi per De Luca e i suoi figli  ma tant’è,  ben venga questo improvviso risveglio dal letargo, purché gli “oppositori” non si ibernino di nuovo dopo il 5 giugno nella solita finta opposizione.  In effetti questa campagna elettorale sembra davvero un’opera dei pupi, con i giovani paladini Orlando e Rinaldo, alias Piero e Roberto, in campo,  il puparo che manovra i fili da Santa Lucia e in mezzo il  candidato sindaco facente funzioni. Domattina infatti,  nella appena inaugurata Stazione Marittima, rappresentanti dell’Autorità portuale, della Camera di Commercio, dei costruttori, terranno una iniziativa guidata dal giovane Piero e solo qualche mese fa l’altro figlio Roberto organizzò un simile consesso alla Provincia, anche questo con seguito di autorità e personalità nazionali, prefetto, rettori,  giornalisti. Allora il tema era l’Europa e i finanziamenti europei, domani  si parlerà del futuro della città. Ed è questo che  preoccupa visto che ancora una volta  si assiste alla passerella delle istituzioni al servizio della politica (e a braccetto con i costruttori).  I salernitani si sono abituati da molti anni a digerire anche le pietre, ma non sarà un po’ troppo che due giovani di primo pelo, ricercatori nella generosa università salernitana, parlino, introducano, organizzino raduni così prestigiosi su così importanti temi in una campagna elettorale sul rinnovo del Comune, solo perché figli dell’ex sindaco? Non sarà un po’ troppo anche questa concessione "ad personam" di uno spazio come  la bella stazione marittima della scomparsa Zaha Adid?  Ma il terreno su cui una vera opposizione  può trovare gioco facile, non è tanto questo sfacciato teatrino delle marionette e il disinvolto uso di spazi pubblici, quanto il fatto che in una società con il lavoro sull’uscio di casa,  tanto amore paterno verrebbe considerato un peccato veniale ma in un paese in cui i giovani si arrabattano, emigrano o vanno a fare gli sguatteri del Guatemala, questo non è proprio un bell’esempio per il “futuro” delle giovani generazioni. Roberto, l’economista,  parla di  strutture polifunzionali, di cogestione di spazi e intanto sono solo suoi amici e sodali che possono gestire l’attuale spazio di coworking chiamato alla spagnola “Cantera” nella ex scuola Bottiglieri;  il “giurista” Piero vuole occuparsi di futuro quando le porte dell’avvenire restano sbarrate per i tanti che continueranno a misurarsi con il tasso di lavoro in Campania più basso della Grecia o che finiranno tra quei circa duemila che partono ogni anno alla ricerca di lavoro. In qualunque società i padri cercano di spianare la strada ai propri figli; gli artigiani li prendono a bottega, i professionisti li inseriscono negli studi ma nessun buon padre farebbe dei figli dei dilettanti allo sbaraglio nella corrida della politica locale.   Qualche giorno fa, nel consueto appuntamento di Lira Tv, De Luca  annunciava con la consueta enfasi altri 4 milioni per la Garanzia giovani - poco più che un’elemosina – con i quali , diceva, “si può arginare la fuga dei cervelli” e “sconfiggere il senso di sfiducia”. Sarà, ma non per tutti.