Poullain de La Barre. La prima femminista? Un sacerdote

Dimenticate le suffragette tutte pizzi e merletti, mettete da parte il ricordo delle prime battaglie per la parità di diritti delle donne, cancellate dalla memoria la storia dei reggiseni bruciati. La prima femminista? E’ stato un sacerdote francese di fine milleseicento, anzi, un filosofo e scrittore poi diventato sacerdote, nato a Parigi e morto a Ginevra.François Poullain de La Barre era avvocato al parlamento di Parigi nel 1663, conseguì il titolo di magister artium presso la Sorbona e nel 1666 il baccellierato in teologia, prima di svolgere attività di sacerdote nella regione della Champagne e poi di convertirsi poco dopo al protestantesimo. Secondo molti può essere considerato a tutti gli effetti il padre del femminismo moderno. Infatti, convinto delle ingiustizie perpetuate nei confronti delle donne e della disparità di comportamento tra i due sessi, applica i princìpi cartesiani alla questione delle donne e soprattutto scrive numerosi testi di filosofia sociale nei quali denuncia il pregiudizio sessista contro le donne nel XVII secolo. Dunque un precursore delle teorie femministe.

In particolare nel 1673 pubblica anonimamente il testo “Parità dei sessi, discorso fisico e morale in cui vediamo l'importanza di sbarazzarsi dei pregiudizi”, nel quale dimostra che la disparità di trattamento subita dalle donne non ha alcun fondamento, ma nasce esclusivamente da un pregiudizio culturale. E raccomanda che le donne ricevano un'educazione adeguata, ma anche che siano aperte loro tutte le carriere, comprese quelle scientifiche. E in un'altra opera, anche questa pubblicata anonima, nel 1674, “L'educazione delle donne per la guida dello spirito nelle scienze e nei costumi”, Poullain La Barre continua la sua analisi sull'istruzione femminile. Vero è che pochi anni dopo difende il punto di vista totalmente opposto in un altro libro, ma a parere di un collega filosofo, Pierre Bayle, smentisce la sua tesi perché si sentiva minacciato.

Di François Poullain ci resta anche la massima «la mente non è il corpo, la mente non ha sesso». E un insegnamento indiretto: quando un'idea è forte e rivoluzionaria, non ha importanza da chi e dove nasce, ma il cammino al quale dà inizio.