Politica, calcio e imprenditoria

Qualsiasi accordo si voglia portare in porto con un imprenditore, possa essere quest’ultimo anche il più onesto della categoria, lo si deve fare per iscritto. A maggior ragione, poi, uno dei due contendenti è la pubblica amministrazione. Vincenzo De Luca, il sindaco di Salerno, dovrebbe conoscere bene questa regola basilare che contraddistingue gli accordi pubblici, perché non si può considerare per certo l’impegno di un imprenditore solamente perché ha mostrato, verbalmente, la propria disponibilità a fare un investimento. La vicenda Volpe non può andare oltre o essere trascinata all’infinito con un rimbalzo di responsabilità. Il Comune d Salerno svolga con professionalità il proprio compito, realizzi una struttura valida da mettere a disposizione esclusivamente della Salernitana, la squadra di calcio cittadina alla cui guida c’è una società che potrebbe condurci su palcoscenici calcistici veramente importanti. Inoltre, si pensi seriamente, una volta e per sempre, che le strutture sportive rappresentano una fucina di formazione importante e non solo per far nascere nuovi atleti da avviare alla carriera professionistica ma, e questo il punto più importante, per far nascere uomini e non delinquenti, vedi la trasferta di Aprilia, che ancora vanno a una partita di calcio con le armi. A Salerno le strutture sportive da sempre rappresentano un tallone di Achille, e nessuna classe politica si è dimostrata sino ad ora capace o intenzionate a scrivere una nuova pagina. Non è più accettabile che le società sportive salernitane siano destinate a un continuo peregrinare. Si mettano da parte gli interessi di bottega e, nel caso specifico, si offrano alla Salernitana le condizioni minime per garantire un futuro calcistico sempre più radioso per il calcio cittadino. A questo punto, però, si può “obbligare” il patron granata a effettuare anche un altro e importante investimento che l’allora presidente Aliberti aveva inserito nel proprio programma cioè la costruzione di una cittadella granata. Una società che aveva voluto con sé il compianto Pietro Mennea, esempio di lealtà, al quale oltre al puntuale ricordo che hanno fatto i tifosi granata in quel di Aprilia, si potrebbe aggiungere l’intitolazione di un settore dello stadio Arechi o di un’area della stessa struttura.
Ritornando al calcio giocato bisogna dire che la Salernitana ha rallentato la sua corsa, non più spedita proprio come lo fu la freccia azzurra, ma nonostante nelle ultime cinque partite sono stati raccolti solamente quattro pareggi e una sconfitta la promozione è sempre più vicina. Non bisogna ripetersi, ma anche per tutti noi è fondamentale arrivare al primo posto.
Un ultimo appunto. Domenica scorsa un amico, tifoso del Sorrento augurando alla Salernitana di arrivare al più presto nel calcio che conta, mi ha detto che “una città importante come Salerno dovrebbe far registrare una presenza maggiore di tifosi allo stadio, non meno di ottomila presenze per ogni incontro”. Che Lotito abbia convinto anche i tifosi delle altre squadre?