Peppino Soglia, la partita più importante

Tutti lo ricordiamo per la casereccia passione messa al servizio della causa granata. Peppino Soglia, il presidente della storica promozione del 3 giugno 1990, quando la “sua” Salernitana, quella di Agostino Di Bartolomei, Mario Somma, Giancarlo Ansaloni, Ciro Ferrara, Massimo Battara riuscì ad abbandonare l’inferno della terza serie dopo ventiquattro lunghi e interminabili anni. Quanti errori commise il nostro presidente? Sicuramente tanti, ma solo chi non fa non sbaglia. Ma bisogna pur dirlo che il buon Peppino più di una volta aveva chiesto, invano, aiuto. Però, dopo aver compiuto tanti sacrifici, riuscì nella titanica impresa di allestire una compagine vincente, guidata dal capitano Agostino Di Bartolomei, capace di lanciare il cuore oltre l’ostacolo e di raggiungere i traguardi desiderati. Quella squadra, però, ce la ricordiamo anche per il massiccio seguito di tifosi che riusciva a trascinare con sé anche in trasferta. Si trattava di veri e propri esodi che Dario Cioffi, qualche giorno fa dalle pagine del quotidiano Metropolis ha voluto ricordare, causando parecchia commozione, come le “carovane granata”. Carovane di pubblico intrise di passione che hanno permesso, non solo in quello storico anno, di far apprezzare all’Italia intera la passione della tifoseria granata. Adesso queste carovane si sono dissolte come neve al sole, anche per volere di chi preferisce un calcio televisivo provocando, così, la desertificazione degli stadi. Quelle carovane Peppino Soglia le ha vissute da protagonista. Ai tifosi ripeteva, fino alla nausea, di “rimanere tutti uniti”. Era questo il verbo in cui Peppino credeva, e con la stessa dolcezza, finalmente, anche Claudio Lotito, dopo la vittoria di Ischia, ha chiesto ai tifosi di rimanere al fianco della squadra “che raggiungerà il livello che la città merita”. Che casualità con quel biennio 1988-1990, visto che la Salernitana vinse in esterna con gli isolani, anche se una volta in campo neutro, per ben due volte. I campionati di C si vincono con la continuità di risultati, lasciando agli avversari il minor numero di punti possibili. Al bel gioco si penserà dopo. Chissà a quante carovane avremmo potuto assistere se non fosse nato questo dannato calcio televisivo. Chissà in quanti avrebbero manifestato il proprio affetto urlando nel cielo “Salutate la capolista”. E poi il più classico dei classici “La capolista se ne va” Peccato. Adesso, però, Peppino Soglia sta affrontando una battaglia decisiva per salvaguardare la propria vita. A lui porgiamo il nostro in bocca al lupo ricordando quel coro che la tifoseria granata gli tributava durante il suo immancabile giro di campo: “Peppino Soglia alè alè, Peppino Soglia alè……”