OGNI VIAGGIO NASCONDE NUOVE SCOPERTE, di Sergio Musungu Mazza

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E' proprio vero, sapete? non c’è emozione per me più grande di viaggiare, di scoprire posti, persone e cose nuove, diverse... mi affascina! e poi aiuta a buttare giù anche bocconi amari! andiamo con ordine, e provo ad aggiornarvi un pò su quanto sta accadendo!
Come qualcuno ha intuito, qualcosa a Lodungoqwe non è andata per il verso giusto: sono arrivato pieno di entusiasmo, e fino a quando c’è stato Padre Gatito e il gruppo dei Focolari era tutto ok, anche se “annusavo” già puzza di bruciato... purtroppo questa settimana ho avuto le conferme ai miei dubbi, e nonostante il grande entusiasmo da parte mia (e dei bambini) per il progetto scuola e per le attività che andavo a proporre ogni pomeriggio (aiutato da Serafino), attorno a me ho avvertito diffidenza e poco interesse... non da parte della comunità, anzi, loro sono tutti gentili e carini con me, ma da parte di chi dovrebbe “condurla”... non mi va di scendere in polemica, ma quando capisci di non essere il benvenuto, forse è meglio cambiare aria (ma non abbandono i miei progetti su Lodungoqwe, quella gente merita di più, ho solo bisogno di un pò di tempo per “riordinare” le idee)!
E così ho colto al volo l’invito di Padre Stephen, giuntomi tramite Jonathan un seminarista con cui 2 anni fa ho lavorato assieme e instaurato un ottimo rapporto, per raggiungerlo a Sukuta Marar, una cittadina di circa 10000 persone (quindi ben più grande di Lodungoqwe) sempre nel distretto Samburu, ma abbastanza distante.
Stamattina, di buon ora, attorno alle 7 ero in viaggio per Maralal, 70 km circa (3 ore) di sterrato da fare a bordo di... un vecchio carro bestiame! Poco male, mi sono detto, farà fresco, ma almeno mi godrò il panorama che questo paese sa offrire... per fortuna a farmi compagnia, e anche da guida, c’era Zaccaria, un insegnante della scuola primaria di Lodungoqwe che aveva dei servizi da sbrigare a Maralal! Ci siamo accomodati tra casse di resi di bottiglie di birra, sacchi di mais e carbone, e non so quale altra schifezza e siamo partiti... tenersi in equilibrio e assorbire le botte che ogni buca o masso provocava non è stato semplice, ma non posso dire che non mi sia divertito... elefanti prima, centinaia di zebre poi, panorami mozzafiato una volta raggiunte le vette più alte che la strada offriva, una foratura con cambio del vecchio pneumatico e verso le 10 eccoci arrivati alla nostra meta, per la modica cifra di 350 scellini keniani, 3 € per noi.
Non dimenticherò facilmente questo viaggio, il cambiamento di paesaggi, il passare dalla arida e calda savana, tutta colori rosso fuoco, alle verdi foreste di montagna, con tanta acqua che arricchisce il terreno e favorisce la vegetazione, tutto questo a pochi km di distanza...
Mi sono subito reso conto di come il clima fosse diverso (non ho mai abbandonato il mio caldissimo pail) ma anche di come la vita fosse diversa... Maralal è una città a tutti gli effetti, solo che sembra la giusta ambientazione per un film western degno del miglior Tarantino, con tanto di Hard Rock Cafè, che nulla a che vedere con la omonima catena di famosi ristoranti, ma che merita una visita. Questa città è anche sede del CAMEL INTERNATIONAL DERBY, una corsa per cammelli che attira partecipanti e spettatori da tutto il mondo, e quest’anno si terrà dal 30 agosto al 1 sett.
Il centro è un grande quadrato fatto da strade polverose, baracche/negozi dove si può trovare un pò di tutto, la solita stazione di matatu per ogni destinazione, e qualche bar-hotel-ristorante molto caratteristico. E’ anche sede della DIOCESIS OF MARALAL (di cui fanno parte appunto Lodungoqwe, Sukuta Marmar e altre 12 comunità), e quando Padre Stephen è venuto a prendermi ho avuto modo di visitare qualche struttura della Diocesi stessa, sapientemente diretta dal Vescovo Virgilio Pante, un grande uomo, italiano, in Africa ormai da 30 anni, e che ho avuto l’onore di conoscere nel mio primo viaggio in Kenya.
Dopo un pranzo veloce al SUNBIRDS GUESTHOUSE, semplice e grazioso hotel, segnalato anche dalla mia fedele amica Lonely Planet, e qualche altra commissione sbrigata (ovviamente qui quando ti muovi da una città all’altra, ne approfitti per fare cose che altrimenti non puoi) abbiamo preso la strada verso Suguta Marmar... mi avevano parlato di una strada brutta, ma, credetemi, 42 km così difficilmente me li dimentico... abbiamo forato, ovviamente, e quindi mi sono anche dilettato nella sostituzione di un pneumatico del fuoristrada, abbiamo continuato a vedere zebre, e io mi sono divertito a fotografarle da pochi mt di distanza, scoprendo tra l’altro che qui ne esistono due specie molto diverse tra loro, per via della striatura, e alla fine siamo arrivati a destinazione, accolti da una 80ina di occhietti da poco usciti dall’asilo... eh si, aspettavano proprio noi, perchè la “nostra” macchina (un pickup) è il loro scuolabus... non mi crederete... eravamo 41, l’autista, io e... 39 bambini! Avevo testoline nere ovunque, ce n’erano una ventina abbondante nel cassone dietro, e gli altri seduti avanti (solo nella fila del conducente eravamo 9, io in braccio ne avevo 4!!!). E non è che dovevamo fare, come immaginavo, 5 minuti di strada... per la prima “consegna” ci sono voluti oltre 30 minuti di salita in montagna e poi distese sconfinate sull’altopiano... non so dirvi se ero più estasiato dal posto, unico nel suo genere, o da questi marmocchi di 3-4-5 anni, che quando la macchina si fermava in qualche modo scendevano e soli soletti si avviavano verso le loro Manyatte! E’ un altro mondo, nulla da dire...
Siamo rientrati alla “Casa” verso le 6:30, dopo 2 ore abbondanti, il tempo di prendere possesso della mia stanza e poi la cena... dopo cena mi hanno accompagnato nella adiacente scuola elementare dove oltre 100 bambini (come vi ho già spiegato, ogni scuola accoglie bambini che restano nei dormitori a fine giornata), stipati in un’unica classe, diligentemente aspettavano l’inizio di un film su un vecchio televisore... Così padre Stephen mi ha presentato e io dopo aver salutato i bimbi (ce n’è anche uno di Lodngoqwe, che si ricordava di me da due anni a questa parte!) ho risposto ad alcune loro domande... la prima? “Com’è l’Italia?” la seconda? “come mai sei qui?”... che dirvi... sono qui per imparare!
Sono sicuro che anche questa esperienza, con i suoi risvolti, positivi e negativi, mi farà imparare tanto...
Sono sicuramente più sereno stasera, mi sento ben voluto, so che qui posso lavorare tranquillo e dare una mano (come era mia intenzione a Lodungoqwe) senza essere ostacolato... sono sensazioni, chi mi conosce meglio sa che alcune di queste le avevo già prima di partire dall’italia, e non mi sono dovuto ricredere... ora, invece, sento che passerò dei bei giorni... sono partito per restare un paio di notti, ma credo che saranno di più! e poi qui ho un letto “vero”, e arriva anche il segnale del telefono! 
Amici, vi saluto, è bello “chiacchierare” con voi, ma è ora di andare a nanna, domattina la sveglia suona prestissimo, alle 7 ho già un impegno con i marmocchi... buona serata!!!