No alla violenza di genere

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In Italia si celebra la 'Giornata contro la violenza sulle donne' dal 25 novembre 2005. Ogni anno si susseguono eventi e manifestazioni per dibattere del tema della condizione della donna, in molti casi ancora subalterna, e del fenomeno in crescita allarmante del femminicidio.
L'odio di genere aumenta - una donna uccisa ogni due giorni - complici la mercificazione del corpo femminile in tv e la pornografia. Mogli, madri e fidanzate molestate o uccise sempre più spesso tra le mura domestiche. E' di ieri la vicenda drammatica di un quarantenne salernitano affetto da problemi psichici che ha accoltellato sua madre ultrasettantenne nel sonno. E il Governo risponde con i tagli al fondo antiviolenza, privando di strumenti indispensabili le associazioni impegnate nell'assistenza alle donne vittime di violenze. Ma il femminicidio non può e non deve essere sottovalutato. Questo nemico si combatte innanzitutto riconoscendo che esiste e che occorrono armi efficaci per combatterlo. All'estero lo si fa già da tempo.
Con l'Incontro femminista latinoamericano e dei Caraibi che ebbe luogo il 25 novembre del 1981 si diede vita alla prima Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne'. La data fu scelta con l'intento di ricordare le sorelle rivoluzionarie Mirabal, che si battevano contro la dittatura dominicana di Trujillo e che il 25 novembre 1960 - mentre andavano a visitare i loro mariti in carcere - furono fermate dai militari e picchiate, torturate e strangolate, prima di essere buttate da un precipizio nella loro auto per fare in modo che sembrasse un incidente. Oggi le leggi americane tutelano i diritti delle donne. Non si può accettare che la donna sia ancora sottomessa, maltrattata, resa schiava in un mondo ancora tutto nelle mani degli uomini.
Anche in Italia abbiamo leggi efficaci, ma mancano gli strumenti e manca la rete che necessariamente occorre per garantire l'equilibrio del sistema normativo. Se non si corre ai ripari, qualsiasi sforzo risulta vano.
E se oggi lo stalking - molestie e persecuzioni psicologiche - è un reato punito dalla legge, l'attenzione va posta con forza sull'emergenza femminicidio e sulla certezza della pena.
Spetta a noi donne far sentire la nostra voce.
Insieme, ce la possiamo fare.
"C'è un regno tutto tuo
che abito la notte
e le donne che stanno lì con te
son tante, amica mia,
sono enigmi di dolore
che noi uomini non scioglieremo mai.
Come bruciano le lacrime
come sembrano infinite
nessuno vede le ferite
che portate dentro voi.
Nella pioggia di Dio
qualche volta si annega
ma si puliscono i ricordi
prima che sia troppo tardi.

Guarda il sole quando scende
ed accende d'oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole.
E se passa il temporale
siete giunchi ed il vento vi piega
ancor più forti voi delle querce e poi
anche il male non può farvi del male.

Una stampella d'oro
per arrivare al cielo
le donne inseguono l'amore.
Qualche volta, amica mia,
ti sembra quasi di volare
ma gli uomini non sono angeli.
Voi piangete al loro posto
per questo vi hanno scelto
e nascondete il volto
perché il dolore splende.
Un mistero che mai
riusciremo a capire
se nella vita ci si perde
non finirà la musica.

Guarda il sole quando scende
ed accende d'oro e porpora il mare
lo splendore è in voi
non svanisce mai
perché sapete che può ritornare il sole
dopo il buio ancora il sole.
E se passa il temporale
siete prime a ritrovare la voce
sempre regine voi
luce e inferno e poi
anche il male non può farvi del male.
(Il regno delle donne - Alda Merini)