MOMENTI DIFFICILI, di Sergio Musungu Mazza

Ciao a tutti... dopo tante pagine “gioiose”, oggi il mio resoconto vi sembrerà decisamente diverso... ma credo che anche questo faccia parta della “missione”. Parto un pò da lontano: quando sono venuto qui 2 anni fa sono rimasto affascinato sicuramente da tutto quello che questo posto, così isolato, così diverso dal nostro mondo, rappresenta... e ad aiutarmi ad amarlo è stato sicuramente una persona straordinaria, che per questo posto davvero ha fatto tanto nei suoi 3 anni di permanenza: mi riferisco a Padre Jairo Franco, il missionario colombiano che chi ha letto il diario del mio precedente viaggio sicuramente ricorderà. Lui ora non è più qui, per un loro sistema di organizzazione interna, i missionari Yarumal girano e cambiano destinazioni, e lui sta facendo un ottimo lavoro a Nairobi... Chi lo sostituisce è Padre Leonardo... sicuramente una brava persona, altrimenti non gli darebbero un compito così delicato, ma altrettanto sicuramente una persona diversa, con modi di fare diversi... in questi 11 giorni di mia permanenza qui, lui c’è stato solo poche ore, prima perchè a Nairobi, poi perchè si è dovuto spostare a Tum (altro “presidio” dei Yarumal) non ho ben capito per far cosa... fatto sta che la sua presenza qui, almeno in questo periodo, non si avverte... a dargli una mano ci sono Padre Gatito, un prete Keniota che avevo già conosciuto a Nairobi due anni or sono, e Olga Lucia, una volontaria laica di cui vi ho accennato già. Beh, ora sono fuori anche loro, per motivi diversi (P. Gatito partito stamattina per Nairobi, Olga Lucia 2 giorni fa con P. Leonardo) e così in pratica qui sono rimasto da solo, con un seminarista molto giovane, Serafino, che mi da una mano con le traduzioni, e la cuoca, Elizabeth, che fa la “donna di casa”, prendendosi cura un pò di tutto (panni,pulizia, ecc ecc.) Come potete immaginare questo non mi fa impazzire, perchè la mia figura dovrebbe essere una integrazione di altre, invece vedo che non è così, e me ne rammarico... partito P. Gatito, se non passo del tempo io (o Serafino) con i tanti bambini qui in giro, non c’è nessuno... Ovvio, non esistono solo i bambini, sono tante le cose da fare, ma in generale la sensazione di “presenza sul territorio” che mi dava P. Jairo Franco, amato davvero da tutti, cristiani e non, non la avverto proprio... spero sia solo una cattiva impressione. Credo che la figura del Missionario consista proprio nel dedicarsi alla gente del posto, farsi trovare presente, mettere i bisogni della popolazione avanti a tutto, e dedicarsi anima e corpo a loro... Per di più, in quelle poche chiacchiere scambiate con P. Leonardo, ho ricevuto la CHIARA indicazione che, se si deve fare il campo di basket/volley, a realizzarlo deve essere l’impresa edile che solitamente realizza lavori qui dentro, e ieri mi hanno presentato un preventivo di 11000 €, decisamente superiore ad ogni mia aspettattiva, se tenete presente che il terreno già c’è, è discretamente livellato, e va solo cementato, e anche i canestri già ci sono... sempre per darvi un’idea, qui costruire una casa costa circa 10000 €, e non mi sembra ci sia proporzione. Non voglio accusare nessuno, e non mi arrendo di certo (anche perchè la cifra richiesta io non ce l’ho, ma il campo, in un modo o nell’altro, LO VOGLIO REALIZZARE) ma credo che qualcuno ci voglia mangiare su, perchè i quantitativi del materiale da acquistare per la realizzazione sono decisamente ELEVATI, a fronte di una spesa per la mano d’opera dei lavori tutto sommato modesta. Le conclusioni tiratele un pò voi, io di certo cercherò di confrontare questo preventivo con altri una volta rientrato a Nairobi. Passiamo ai bambini... anche loro sono un pò cambiati... A prescindere del discorso scolastico, che sicuramente li influenza e di cui vi parlerò domani o dopodomani, alla fine di questa prima settimana di “progetto scuola”, quello che mi stupisce è notare come si siano trasformati nei loro modi di fare rispetto a due anni fa... in Chiesa, come sempre, sono tutti amorevoli, si parla di amore, di amicizia, di fratellanza, ma poi una volta fuori sono molto prepotenti, violenti, spesso fanno valere la loro forza fisica sui più piccoli, specie quando arrivo con i palloni (ne abbiamo solo 6, e ogni giorno ci tocca ripararli, perchè si bucano sui sassi e sulle spine) e non mi danno nemmeno modo di tirarli fuori dalla rete... piangono molto spesso, fanno i capricci, e si picchiano tra di loro, sono molto più “violenti”. Per non parlare delle caramelle, cioccolattini o lecca lecca... una volta, quando li distribuivo, erano ordinati, e non facevano i furbi per averne di più... Ora, nonostante siano maggiori le occasioni in cui ne possono ricevere (chiunque viene qui gli porta qualcosa), li pretendono quasi, e se gli dici di no si arrabbiano... E non ci si può mai aspettare un “grazie”... qualsiasi cosa si fa per loro sembra dovuta... non è sicuramente “colpa” loro, ma credo ci sia più di un “bug” nel loro sistema di educazione... La scuola, come vi dicevo, ha responsabilità, come pure le famiglie, ma vedo diversa, sempre rispetto alla precedente esperienza, la figura dei Catechisti, praticamente assente, e della missione in generale... questo posto dovrebbe funzionare un pò come un oratorio dei Salesiani, essere un punto di incontro, per attività varie, e due anni fa erano tante le cose che facevano (dal ballo al canto, alla visione magari di film alla sera, nella hall, per proseguire con le attività sportive, mentre ora non si fa nulla di tutto ciò). Non mi scoraggio, ma sicuramente mi sento un pò abbandonato: l’ostacolo della lingua è enorme, e non solo con i piccoli dell’asilo o delle prime classi elementari... i bambini di 9-10 anni, che dovrebbero parlare un buon inglese, non mi capiscono (o fingono di non capire) e senza comunicazione tutto diventa più complicato... Per ora mi aggrappo a Serafino, è davvero gentile, e si impegna a starmi vicino, e poi si diverte a fare foto con la mia macchina fotografica, ma vorrei fare di più. Aggiungete a tutto questo un pò (tanta) di stanchezza, e che comunicare con voi è sempre più difficile, perchè le piogge dei giorni scorsi hanno indebolito ancor di più il segnale già debole sulla montagna, e capirete il mio stato d’animo... Domani è un’altro giorno, e sicuramente con una buona dormita ritroverò energie ed entusiasmo per superare una giornata negativa. Il proverbio di oggi, suggerito sempre dagli anziani Samburu, è: MURUTOKINOTO NAIKACK ALANG'ANYUNOTO - "Andare avanti è meglio che aspettare". La prevenzione è meglio della cura. Un suggerimento prima è meglio di una critica poi. Quindi vi abbraccio e vi ringrazio sempre per i vostri contribuiti... so che sarà difficile, ma io VOGLIO arrivare a 7-8000 € per realizzare qui un campo, che potrebbe rappresentare qualcosa di più che un semplice posto dove giocare con il pallone, ma un opportunità unica per educare centinaia di bambini... Ogni suggerimento, proposta, idea per raccogliere fondi sarà preso in considerazione... per ora, viste le tante foto, pensavo alla realizzazione di un calendario sui Samburu, e magari a qualche raccolta fondi in scuole elementari, collegata a mostre fotografiche e a “conferenze” di testimonianza di questa esperienza... ma voi magari siete più bravi di me e sapete trovare strade migliori!12