Metro: chance da non sciupare

ETR 245 CSA (Convoglio Servizio Aeroportuale) Alstom - Coradia Meridian a 5 casse

ETR 245 CSA (Convoglio Servizio Aeroportuale) Alstom - Coradia Meridian a 5 casse

A meno di improbabili ripensamenti, ci siamo. Il sindaco-vice-ministro ha messo nero su bianco e ha annunciato che la metro di Salerno partirà a fine ottobre. Se così sarà, la città avrà una chance storica per risolvere il problema della mobilità urbana. Un problema vecchio, risalente agli anni ’60.  Si deve riconoscere a De Luca tenacia nel perseguire l’obbiettivo di vincere le resistenze che – a ragione o a torto -  impedivano di fissare una data per lo start-up. Restano ora davanti cinque mesi per completare lavori di messa in sicurezza della tratta, intervenire sulle stazioni devastate e risolvere problemi logistici minimali ma influenti sulla qualità del servizio. Il Comune nella vicenda si è ritagliata “la parte migliore”. Ha ceduto a Rfi la rete (il binario!), realizzata con una modesta partecipazione, nonché il treno per il quale ha ottenuto un finanziamento di 10 milioni dal Ministero. Oggi sufficienti per comprare un solo convoglio Meridian da cinque casse per 248 passeggeri. Non si sa ancora se questo treno sarà disponibile dall’inizio o se bisognerà aspettare che la Alstom lo produca e lo consegni. Non sarà il Comune però a gestire la metro attraverso la partecipata Salerno Mobilità (come avviene per esempio a Brescia), avendo trovato modo di passare il fardello alla Regione, che dovrà per questo fare marcia indietro, ripristinando nei fatti una decisione di Bassolino, annullata da Caldoro. Insomma, un vero papocchio in salsa meridionale. E il Comune di che si occuperà? Assicurerà la pulizia delle stazioni (forse del treno), allestirà parcheggi sui piazzali delle stesse e, forse (ma non è detto) pagherà il servizio di navette che faranno la spola nord-sud della città trasportando passeggeri sul bacino di servizio della metro. E si riserverà il diritto di criticare Rfi e la Regione se qualcosa non andrà per il verso giusto, determinando la collera dei cittadini. Non si sa di chi sarà la competenza sulla comunicazione all’utenza, se ci sarà un sito web sul quale consultare orario, acquistare biglietti, abbonamenti e card, e ricevere informazioni. Né si sa se il Comune potrà influire sul gestore per fissare numero e intervallo delle corse e costo di biglietti e abbonamenti. Tutti aspetti decisivi per il gradimento da parte dell’utenza e per raggiungere il Bep (punto di pareggio), croce e delizia di ogni bilancio. A Brescia, città italiana (e forse anche europea), la metro ha intervelli di 10 minuti (eccetto tra 5:15 e le 6 quando passano a 15). Il costo del biglietto è di 1,20 euro (per 75 minuti), l’ultima corsa parte alle 10:30 (ma il venerdì e il sabato a 01:30). A novembre, se il servizio sarà offerto a intervalli e prezzi invoglianti, toccherà ai salernitani rispondere con un’affluenza di massa. Tuttavia, siccome al Sud non abbiamo il culto del trasporto pubblico, non illudiamoci di eguagliare Brescia, che in 14 giorni ha trasportato 600 mila passeggeri, più di  40 mila al giorno. Dobbiamo sapere però che solo una “forte” risposta collettiva spingerebbe a riprendere i progetti di prolungamento della tratta a sud verso l’aeroporto e a nord verso il Campus di Fisciano. Uno step quest’ultimo (dove ci sono già le stazioni Irno e Fratte) indispensabile a completare la rete su ferro anche sulla direzione nord-sud, risolvendo per sempre il problema traffico della maggioranza dei cittadini. Tanto più che anche i nodi di via Vernieri e via Monti potranno essere superati con la decisione di inserire la tratta urbana nella rete regionale dei trasporti. Resta il mistero del perché il Comune per soli 2 milioni abbia deciso di restare fuori dalla gestione della metro. Certo, se il treno dimezzasse i 7 milioni e passa di ricavi da parcheggi della partecipata Salerno Mobilità, sarebbe un bel problema per i suoi 110 dipendenti. Soprattutto ora che è stata messa sul mercato.