Mediazione familiare: come e perché

1489215_644903332239009_569836355_nCrisi della coppia, conflittualità familiari, separazione, difficoltà nel rapporto con i figli quando i coniugi si determinano al divorzio. Sono molteplici gli aspetti e i momenti complicati che travolgono la vita familiare se la coppia non c'è più, se l'amore finisce, se si decide di mettere un punto e di ricominciare. Oggi non è difficile trovare delle risposte alle proprie inquietudini, ai sensi di colpa, alla gestione dei conflitti in fase di separazione e di divorzio, soprattutto nel rapporto con i propri figli. Come prepararli alla separazione, quando dirglielo e quali accortezze usare nell'affrontare con loro il futuro? Quesiti a cui la mediazione familiare cerca di dare delle risposte, ponendosi come strumento di sostegno per chi si avvia ad affrontare la delicata esperienza della fine di un rapporto coniugale. Ne parliamo con Anna Maria Campitiello, esperta di mediazione familiare e vice presidente dell'associazione 'FuturoFamiglia'. Laureata in Scienze della formazione, ha svolto la sua attività in numerosi centri ascolto nei diversi comuni della Campania, in particolare a Salerno, Baronissi e Pagani. Il suo approccio alla mediazione è di tipo sistemico/globale, ovvero un modello di mediazione che tiene conto dell'intero sistema familiare adottando una lettura complessa della dinamica relazionale che gravita attorno al conflitto.
Dottoressa Campitiello, cos'è la mediazione familiare e quali sono i suoi obiettivi?
"La mediazione familiare è un tipo di intervento volto alla riorganizzazione delle relazioni familiari e alla risoluzione o attenuazione dei conflitti in caso di separazione o divorzio. Tra i suoi obiettivi non rientra la 'pacificazione' a tutti i costi, ma il mediatore familiare si propone come terzo imparziale per attenuare i conflitti dovuti alla presenza di interessi contrapposti che rischiano di offuscare i bisogni reciproci e sopratutto i bisogni dei figli".
A quale utenza si rivolge?
"Si rivolge alle coppie che intendono separarsi, che sono indecise sul da farsi o che sono addirittura già divorziate e che intendono rivedere gli accordi presi. Ovviamente la mediazione si rivolge a coppie con figli minori, proprio perché va a tutelare l'interesse di questi ultimi oltre che quello dei coniugi".
La mediazione familiare ha finalità terapeutiche?
"Assolutamente no. Il suo obiettivo principale è arrivare ad un accordo tra i coniugi lenendo i conflitti attraverso il ripristino della comunicazione. Propone ai soggetti coinvolti, con la sua assistenza, soluzioni alternative che possano attenuare il conflitto. Così i genitori continueranno ad educare e ad occuparsi dei loro figli pur essendo separati".
Qual è l'approccio degli utenti alla mediazione familiare?
"La mediazione familiare soffre ancora di scarsa visibilità e noi operatori dobbiamo attivarci al massimo per superare questa criticità. Sono ancora tante le persone che non hanno percepito correttamente e a pieno la funzione di questo strumento. Un compito che spetta a chi opera in questo campo e che ci spinge a mettere in campo iniziative finalizzate appunto a rendere più visibile questa materia. Come il convegno 'Crisi coniugale e responsabilità genitoriale. Quale ruolo per la mediazione familiare?' che abbiamo organizzato con la nostra associazione in collaborazione con la Camera minorile di Nocera Inferiore, con l'intervento del suo presidente, l'avvocato Gianfranco Trotta, del magistrato del tribunale civile di Nocera Inferiore Maria Troisi, della sociologa Assunta Francesca Colombo e della psicoterapeuta Marialuisa Radice, oltre che ovviamente del mio. Un convegno incentrato sul ruolo della mediazione familiare nella crisi coniugale, considerata in tutti i suoi aspetti psicologici, materiali e giuridici, con particolare attenzione verso i minori coinvolti, non più soggetti ad un potere-dovere del genitore, ma titolari di diritti alla cura, al mantenimento, all’istruzione e all’educazione. Un contesto nel quale la mediazione familiare può essere una risorsa".
Quando e perché l'idea di dare vita allo sportello Ascolto Famiglia?
"Lo Sportello è stato pensato per dare supporto agli individui e alle famiglie che vivono situazioni di disagio psicologico e relazionale. La mediazione familiare, la consulenza psicologica individuale e di coppia nonché vari interventi psicosociali sono tra i maggiori servizi offerti gratuitamente all'utenza. Lo sportello ha sede presso 'Scafati Solidale' ed è attivo ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 19.30. Vi operano in sinergia diverse figure professionali: oltre al mediatore familiare, c'è una psicologa/psicoterapeuta, Marialuisa Radice, e una sociologa, Assunta Francesca Colombo, che è presidente dell'associazione 'FuturoFamiglia'".