Mario Furlan: "Mai rinunciare ai propri sogni. Il mio è portare i City Angels a Salerno"

354_28825927629_1732_n536876_10151450782657630_208479868_nDocente universitario, giornalista e life coach, Mario Furlan è diventato celebre nel 1994 per aver fondato a Milano l'associazione di volontari di strada 'City Angels' ora presente in molte città d'Italia.
"Da ragazzo ho fatto molto volontariato in ambito cattolico per i senzatetto e ambientalista nel WWF. Poi ho sentito una vocazione - ci racconta -: dopo che per alcuni anni mi ero dedicato completamente al giornalismo (lavoravo alla Mondadori) ho capito che non volevo soltanto scrivere cosa accadeva, ma riuscire a cambiare le cose, a incidere sul mondo circostante. Mi sono licenziato e ho deciso di fondare un'associazione di 'angeli di strada', di volontari che aiutassero chi ha bisogno. Così sono nati i 'City Angels'".
E' un fiume in piena, Mario Furlan mentre dà voce al ricordo dei suoi esordi. "Dopo qualche mese sono entrato in crisi perchè purtroppo avevo già finito i soldi della liquidazione e non sapevo come andare avanti. Ero molto depresso, demoralizzato e ho pensato di occuparmi di motivazione, per tirarmi su. Ho iniziato a leggere libri e frequentare seminari, mi sono appassionato alla motivazione, formazione e crescita personale e questo è diventato il mio lavoro. Adesso sono l'unico in Italia e credo anche in tutta Europa ad insegnare motivazione e crescita personale all'università".
Come hai messo in pratica il sogno dei City Angels?
"E' stata una cosa rocambolesca. Ho coinvolto mio cugino di 18 anni e un paio di amiche anche loro giovani. Ho raccontato loro il mio progetto e li ho convinti a collaborare con me. Poi ho inviato un comunicato stampa all'Ansa, dicendo che nasceva un'associazione di volontari di strada e di emergenza con una divisa - basco blu e giubba rossa - che si sarebbero occupati anche di sicurezza. La notizia ha suscitato subito grande clamore ed è arrivata l'immediata attenzione dei mass media. Pian piano ci siamo estesi e da Milano ora siamo presenti in 17 città".
Cosa fanno i City Angels?
"Siamo volontari di strada d'emergenza. Andiamo sulla strada per aiutare persone in difficoltà. Ai senzatetto portiamo cibo, coperte, vestiti e sacchi a pelo. A Milano gestiamo una casa-famiglia, un dormitorio per i senzatetto. Aiutiamo i cittadini in difficoltà: la vecchietta con le borse pesanti della spesa, il turista che chiede informazioni, la ragazza che desidera essere accompagnata a casa perché teme di fare brutti incontri e poi interveniamo anche in caso di aggressione, scippo, borseggio, o altri reati".
Qual è il vostro rapporto con le forze dell'ordine?
"Abbiamo un rapporto eccellente con le istituzioni e le forze dell'ordine. A Milano abbiamo iniziato da pochi giorni un corso di formazione proprio nella palestra della Polizia locale, così come il dormitorio di 110 posti che gestiamo ce lo ha assegnato il Comune. Abbiamo convenzioni in tutte le città in cui siamo, collaboriamo con loro sia per l'assistenza ai senza fissa dimora, sia per il controllo del territorio. A Brescia, ad esempio, ci chiedono di essere presenti in certi orari nelle zone calde della città".
Quanto sono presenti al sud i City Angels?
"Siamo più presenti al nord che al sud, al momento, ma ci piacerebbe estenderci nel meridione. In particolare a Salerno e Napoli. Per ora siamo presenti a Messina, Taranto, Lecce, Campo Marina (Campobasso) e Cagliari. Chi volesse avviare un'associazione nella propria città può andare sul sito cityangels.it dove trova tutte le informazioni e i contatti."
Il tuo libro 'Tu puoi' è l'ultimo di una lunga serie...
"Il più importante tra quelli che ho scritto è 'Risveglia il campione in te', del 2000, un long seller che nell'arco di 13 anni ha venduto 20 mila copie. Nel libro spiego come fare a tirare fuori la parte migliore di se stessi. Un libro tecnico, didascalico, che illustra cosa fare per comunicare meglio con le parole, scrivendo e con il linguaggio del corpo. In 'Tu puoi', che è un libro più profondo, più introspettivo, parlo del fatto che dipende da noi potercela fare o no. Non bisogna mai scoraggiarsi. Soprattutto in un momento difficile come questo, in cui c'è paura del futuro, ripiegamento su se stessi, in cui l'Italia e l'Europa vivono una profonda crisi politica, economica, finanziaria e morale. Sembra che i sacrifici delle generazioni precedenti e anche i nostri siano stati inutili e che le cose andranno sempre peggio. E' proprio nei momenti difficili che siamo più invogliati a cambiare, a crescere, a migliorare. Finché le cose ci vanno bene, andiamo avanti, invece quando siamo in difficoltà ci viene voglia di reagire. Quindi, anche la crisi può essere un'opportunità di crescita, l'importante è non perdere i propri sogni. Continuare a credere di potercela fare, preservando la propria autostima. Quando si è in crisi, di fronte si hanno due scelte: demoralizzarsi e mollare tutto o rimboccarsi le maniche e lottare, con la grinta che viene dalla rabbia e della disperazione. Entrambi i libri sono editi da Franco Angeli".
Tu sei anche un life coach. Com'è nata la passione per l'insegnamento della motivazione?
"L'insegnamento è una missione. Così come aiutare le persone in difficoltà. Ho cominciato per tirare su me, ma poi quando hai a che fare con i senzatetto devi anche motivarli. Non basta dare loro cibo per il corpo, hanno anche bisogno di cibo per l'anima, per aiutarli a riscaldarsi".
Il life coach è simile allo psicologo?
"Non proprio. Lo psicologo è una figura plastica che ti fa uno scavo interiore e la sua terapia può durare anche per anni. Il coach, invece, è più veloce e concreto, va meno in profondità, ti aiuta a raggiungere in tempi brevi i tuoi obiettivi. Nel mio caso, nel giro di 6/7 sedute al massimo si conclude il corso. Io tengo seminari per le aziende, per aiutare i dirigenti ad essere leader migliori o motivare i dipendenti, per ricreare lo spirito di squadra, e poi faccio coaching personalizzato per manager, professionisti e per chiunque ne abbia bisogno".
Qual è il modo giusto di approcciarsi agli altri?
"Lo dice il Vangelo. Tratta il prossimo tuo come te stesso. Gli altri sono il nostro specchio. Se ci approcciamo al prossimo in modo negativo, non potrà che essere negativo con noi. Se ci approcciamo in modo positivo, non abbiamo la certezza dello stesso atteggiamento positivo, ma c'è una buona possibilità. E' importante non essere aggressivi e prepotenti - lo è solo chi ha scarsa autostima -. Allo stesso tempo non bisogna essete troppo passivi e timidi".
Esiste il pensiero positivo, secondo te?
"Il pensiero positivo va bene, ma non basta da solo. Ha bisogno di essere supportato dall'azione positiva. Pensare positivo senza poi agire espone a possibili delusioni e frustrazioni. E' un punto di partenza imprescindibile, ma da solo non fa niente".
Cos'è la zona d'agio?
"E' la zona nella quale ci piace crogiolarci per cercare di evitare il disagio. Ma c'è un motto nel body building che è 'no pain, no gain', se non provi dolore non avrai guadagni. Lo stesso vale anche dal punto di vista interiore: se tu non provi disagio e sofferenza non migliori, non cresci come persona. Bisogna essere capaci di provare disagio, stringere i denti e andare oltre il muro della zona di agio".
Hai altri sogni da realizzare?
"Mi auguro di aiutare quanta più gente possibile, sia con il coaching che dando vita ai City Angels in tante nuove città - e lancio un appello affinché si riesca ad avviarli quanto prima anche a Salerno".