Ma il Crescent non è il "Visconte dimezzato"

 

Crescent visto dalle Zolle

 

Come volevasi dimostrare. Questa polirematica è l'unico modo efficace di descrivere quella che – secondo i rumors – sarebbe stata la decisione assunta dal Soprintendente Miccio sul mega edificio progettato (e in parte già realizzato) a corona di Piazza della Libertà, anch’essa piena di problemi. Pare infatti – il mistero sarà sciolto domani – che l’Autorità tutoria del Mibact abbia espresso quello che tecnicamente si definisce un “preavviso di diniego”. In altri termini avrebbe mandato a dire al Comune e all’Impresa che quel progetto così com’è non può ricevere il via libera paesaggistico che legittima l’aspetto procedurale del complesso edificatorio Piazza più Crescent. La decisione – se sarà questa – confermerà che l’autorizzazione paesaggistica della Soprintendenza alla Piazza di 28 mila mq. sopraelevata di alcuni metri (particolare non secondario ai fini della valutazione di impatto) e all'annesso complesso edilizio a mezza luna dell’estensione lineare di circa 300 metri fronte mare non si poteva dare nel 2009 (come infatti non fu data lasciando maturare il silenzio-assenso) e tanto più non si può dare oggi  – che le opere sono parzialmente eseguite - senza nulla osservare. Ed infatti – secondo le voci anticipate dai giornali – il provvedimento di Miccio conterrebbe delle “prescrizioni” che in sostanza punterebbero ad ottenere un ridimensionamento volumetrico del Crescent. Questo significherebbe che il settore già edificato e la piazza sopraelevata di fatto non creano problemi al paesaggio, o che li creano ma giacché stanno lì devono giocoforza essere ignorati? Un secondo ordine di problemi sorgerebbe poi per la ventilata riduzione dei volumi. Dove e come si dovrebbero “tagliare” per raggiungere l’obbiettivo di ottenere se non altro un danno minore per il paesaggio? E’ chiaro che bisognerebbe intervenire sui volumi dei restanti settori e delle due Torri. Ma eliminare solo i “baffi” (le 2 Torri) al Crescent apparirebbe insufficiente. Oltretutto esse già non sono più nell’orizzonte degli interessati: la Torre A, perché il Comune non ha i 6 milioni per realizzarla, e poi non gli serve più visto che il programmato Archivio dell’architettura contemporanea da affidare a Zampino è anch’esso da “archiviare”; la Torre B non serve più come nuova sede all’Autorità portuale, dopo che la Soprintendenza ha posto il vincolo di edificio storico alla Capitaneria di Porto. Elidere dal progetto le due Torri a quel punto apparirebbe più un favore che una rinunzia. E allora i “tagli” dovrebbero per forza riguardare i restanti settori che completano l’emiciclo ad est e ad ovest. I problemi nascerebbero soprattutto ad est dove dovrebbe costruire la Sist Srl ultima titolare nota dei diritti edificatori dell’ex proprietà del Jolly. E’difficile immaginare la partita compensatoria che potrebbe a quel punto scattare. Senza dire che qualunque decisione “motivata” (fu questa la “prescrizione” della Sentenza del CdS di dicembre scorso) alla fine assumerà la Soprintendenza potrà essere oggetto di nuova impugnazione da parte di Italia Nostra e Comitato No Crescent. E non è da escludere che la nuova querela del Comune, con citazione per danni, punti proprio ad evitare una ripresa del contenzioso amministrativo. Sullo sfondo, resta l’indagine penale chiusa ormai più di due mesi fa, e matura per la decisione del Gup. Anche qui l’esito diventa importante per capire che cosa resterà in piedi delle pesanti accuse formulate dai Pm Valenti e Alfano sulla base della perizia Boeri. E’ chiaro che se resisteranno i capi di accusa riguardanti la legittimità dell’iter autorizzativo e del calcolo della superficie edificabile sarebbe più difficile sbloccare il sequestro preventivo. E il Crescent resterebbe “dimezzato” nella palude delle opere incompiute. Quel progetto – per ritornare al romanzo di Calvino – non è però come il Visconte Medardo di Terralba,dimezzato sul campo di battaglia da una palla di cannone. Non ha una parte “Buona” (che non fa danni al paesaggio) e un’altra “Grama” (quella che ne fa). Deluderebbe scoprire domani che agli occhi del dottor Miccio la parte “Grama” sia apparsa solo un ologramma, e niente di più.