Luci all'Arechi

La settimana che ha preceduto la trasferta sull’insidioso campo di Pontedera si è conclusa con l’oramai consolidato appuntamento che vede la tifoseria granata ricordare, particolarmente, in occasione della giornata di commemorazione dei defunti i quattro ragazzi deceduti il 24 maggio del 1999 al ritorno da quella infausta e sciagurata trasferta di Piacenza quando la Salernitana, per la seconda volta nella sua storia, non riuscì a mantenere la massima serie conquistata l’anno precedente. Ricordiamo tutti quel treno in fiamme e i nomi dei quattro giovanissimi Simone, Peppe, Ciro ed Enzo che ci hanno inspiegabilmente lasciato a causa di un amore sportivo.
Quella Caporetto granata ha allontanato più tifosi di quanti non ne abbia mandati via dallo stadio la tessera del tifoso. Si è trattato di un momento così difficile che ha causato anche emigrazioni interne, in molti abbandonarono la curva sud per assistere a gli incontri casalinghi della Salernitana nei settori distinti e tribuna. Un evento luttuoso che ha fatto anche maturare, in un certo senso, i tifosi granata che da quel giorno hanno imparato a guardare il calcio senza troppe esasperazioni nonostante si continui a cercare di municipalizzare il giocattolo. Una maturità con la quale i tifosi, o comunque gran parte di essi, analizzano i risultati che la Salernitana sta via via ottenendo. Il pareggio di Pontedera non è poca cosa, tutt’altro. Di quanto sia importante ce ne accorgeremo tra qualche domenica, quando aggiungeremo alle vittorie sin qui ottenute altre ancora più importanti e significative come quella che dovrà scaturire domenica prossima contro l’imbattuta Aprilia. Tre punti per accendere le luci a Salerno, pardon all’Arechi.