Luca Fusco, il nostro capitano

Ha condiviso con noi l’amore per la Salernitana, la squadra che ci ha unito sin da bambini. A dire il vero, giunti all’adolescenza, per differenziarci l’uno dall’altro, nei circoli ricreativi dove non si parlava di politica come negli anni ’70, ognuno di noi innalzava al cielo delimitato da quei vecchi e logori soffitti la simpatia per le diverse tifoserie di serie A. Ma nulla di più, noi come quello che poi sarebbe diventato il nostro capitano, Luca Fusco, avevamo deciso di amare la Salernitana. Lui ragazzo di Mariconda, come noi di Pastena, Torrione, Centro Storico, Parco Arbostella, Sala Abbagnano, del Porto. Indosso la casacca granata durante le lunghe partite del sabato pomeriggio su campi di periferia, dove il manto erboso era sostituito da copiose distese di asfalto. Poi Luca ha coronato il suo sogno, quello di difendere, sul campo verde, i colori della magica squadra della propria città. Lui che aveva sgomitato con tanti ragazzi che adesso, durante quelle entusiasmanti domeniche, rivedeva sugli spalti del principe degli stadi, l’Arechi. Ecco il nostro Capitano, che con noi ha condiviso il sogno più bello, raggiungere la massima serie e che con noi ha pianto per non aver potuto mantenere la categoria. Poi la vita, bizzarra come una strada in terra battuta di montagna, dove non si annunciano con cartelli gli svincoli, ti mette davanti a delle scelte. Così il nostro Capitano ha continuato a difendere la Salernitana, un amore che andava al di là di quello che poteva rappresentare il suo lavoro. Le carte dicono che abbia fatto come quando si va da una donna, alla quale si chiede piacere in cambio di denaro. Mah, sarà vero? In un mare con tanti pesci, i piccolini pare siano caduti nella rete mentre i pescecani sono riusciti a romperla mettendosi in salvo.
Ora che quella Salernitana non c’è più, vogliamo chiedere al nostro Luca di raccontarci i fatti, di farci capire come si è svolta una pagina di storia, seppur non entusiasmante, della nostra Salernitana. Di descrivere i sentimenti che un uomo, prima, e un atleta poi provano quando ci si gioca il futuro di quello che ha rappresentato l’amore sin da quando si era bambini. Solo i grandi possono farlo, e lui non ci deluderà nemmeno questa volta perché continuerà ad essere il nostro Capitano.