Le zeppole e la dieta salernitana

Zeppole

Mia moglie mi ha messo a dieta. La mattina invece di andare al bar a prendere la solita zeppola, mi reco al chiosco del giornalaio e compro il quotidiano. La mia rinuncia al dolce zuccheroso, per una manciata di carta imbratta di inchiostro al piombo, pare essere una moda in controtendenza in questa città. Sin da ragazzo, però, non mi sono mai piaciute le tendenze imposte unilateralmente dal consumismo o dai potenti. Pensate che quando imperavano i paninari vestivo con pantaloni classici e maglioni di lana doppia con una criniera ribelle e senza forma. Né piumini, né Timberland, né All stars e nemmeno l’Invicta, niente di niente. Mentre i miei compagni di scuola scorrazzavano sul Ciao, con capelli gelatinati resistenti alla galleria del vento, desolatamente, ma felice, mi recavo a scuola a piedi con Andrea (anche lui un tipo non tanto alla moda). Ci facevano ridere film come Yuppies e trasmissioni come Drive In, eppure sentivamo (in pochi di noi) di non appartenere al quel mondo di comici demenziali, donne scollacciate e giovani rampanti, divenuti ben presto i principali protagonisti dell’Italia berlusconiana. Oggi come allora mi viene il prurito quando vedo o sento qualcuno dettare comportamenti alla massa, ma ancor più mi spiace quando la massa si lascia guidare da sproloquianti populisti di provincia arretrati, conservatori e, soprattutto, obsoleti come un televisore con la presa scart. Più che la rottamazione per simili signori sarebbe necessaria un’isola ecologica per la definitiva dismissione. L’aver pronunciato una scomunica latae sentenziae alla carta stampata è la prova di un anacronismo vuoto di contenuti. Un atteggiamento tipico di chi ormai è fuori dalla storia (dopo averla deviata per un ventennio) in quanto incapace di cogliere l’accelerazione della contemporaneità.

Pur essendo uno dei “malviventi” della stampa locale, vorrei farvi notare che anche un dilettante delle statistiche comprende quanto sia vana la presa di posizione nei confronti dei giornali salernitani (quelli non graditi, naturalmente) sia per il decrescente numero di lettori raggiunti dal medium, sia per lo spostamento dell’informazione generalista sul web. Dunque, a bene vedere, si tratta di una minaccia o se vogliamo di una scelta ideologica visto che la maggior parte dei cittadini, in età compresa tra i sedici e i cinquant’anni, estraggono le notizie dalla rete e sempre più si concentrano sulla lettura degli episodi di cronaca più condivisi sui social network. Invece di preoccuparsi degli sparuti lettori della carta stampata – li ringraziamo per aver osato compiere un atto rivoluzionario con l’acquisto del giornale – dovrebbe preoccuparsi degli oltre undicimila concittadini, schierati esplicitamente contro il governo cittadino, che aderiscono a partecipano al gruppo dei Figli delle Chiancarelle su Facebook. Un numero ben superiore alla media dei lettori della stampa locale. Fotografie, commenti, notizie nascoste e satira goliardica sulle peripezie di Bucienzo (come viene chiamato) hanno invaso il web, ma, in questo caso, a meno che non si emani un’ordinanza di distacco coatto delle utenze telefoniche, si può solo inveire e ingoiare Malox di fronte all’inarrestabile libertà della rete. Persino il governo egiziano nel 2011 se ne è dovuto fare una ragione. L’attacco, perciò, è un preciso messaggio, di inaudita violenza, alla direzione del giornale e all’editore per reclamare la propria potestà sulle informazioni notiziabili, come in ogni regime che si rispetti. Intanto la pagina fan di “Vicienzo De Luca”, con i suoi 18.360 fan, continua a farci sorridere scrivendo in bacheca: “Hanno preferito il lungomare di Copacabana al nostro straaaaordinario fronte mare vedrete come si mangeranno le mani una volta ultimati i lavori a S.Teresa. #straooooordinario”. Orsù un po’ di moderazione, troppe zeppole fanno male, poi cresce il diabete e si perde il senso della realtà.