le primarie in Campania ... within the sound of silence

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Ciao, oscurità, vecchia amica
sono qui per parlarti di nuovo
perché una visione arrivando dolcemente
ha lasciato i suoi semi mentre dormivo
e la visione che si è fissata nella mia mente
rimane ancora dentro il suono del silenzio
(Simon & Garfunkel)

Nessuno ci ha creduto fino in fondo. Del resto, anche chi le ha seguite da vicino, un po’ ci aveva perso le speranze. Le primarie in Campania sono state una vera danza del ventre. E il mal di pancia lo hanno fatto venire a tutti: cittadini, militanti, politici e diciamoci la verità, anche ai cronisti che le hanno seguite. Ma la politica, giuro, in questo pezzo cercherò di tenerla fuori. Forse.

Le primarie sono state dunque un tormentone. Dovevano essere celebrare il 14 dicembre, poi l’11 gennaio, poi il primo febbraio, poi il 22 febbraio e infine si è arrivati al primo marzo. Dovevano essere del Partito democratico, poi sono diventate di coalizione, poi qualcuno si è sfilato e alla fine si è arrivati allo stesso punto di partenza, con l’ex assessore Marco Di Lello, unico fuori dal Pd a piantare la bandierina dei Socialisti: quelli di sinistra. Se avesse vinto lui, ci sarebbe stata una sfida da “garofano rosso”. Ma purtroppo per Di Lello l’unico socialista a battersi per la carica di governatore sarà Stefano Caldoro. Sarà lui quello che «non sbaglia mai yeah»? Vedremo.

Così, prima di capire come andrà a finire a maggio tra De Luca (?) e Caldoro (?) proviamo a ripensare a queste primarie con un po’ di ironia. Come? Una playlist musicale. Certo, finiti i tempi di Ivano Fossati e di quel Partito Popolare che nei comizi alzava il volume della “Canzone popolare” («alzati che si sta alzando la canzone popolare, se c’è qualcosa da dire ancora ce lo dirà, se c’è qualcosa da imparare ancora ce lo dirà»); finiti i tempi dell’eroico Francesco De Gregori (“Viva l’Italia”), sepolti i gloriosi anni dell’Internazionale (le versioni che abbiamo amato di più sono quella lisergica degli Area del 1974 e quella eseguita nell’82 da Robert Wyatt, batterista e fondatore dei Soft Machine), non ci resta che consolarci con del pop rock. Proviamo.

La speciale hit parade delle primarie in Campania si potrebbe aprire con Elio e le storie tese. La loro “Terra dei cachi” è stata parafrasata più e più volte («primarie sì, primarie no»). E anche quando De Luca presentò alla Stazione Marittima di Napoli la sua “Terre delle Idee” un po’ la ricordava quella “Terra dei cachi” («Una pizza in compagnia, una pizza da solo, un totale di due pizze e l'Italia è questa qua») che gli Elii portarono a Sanremo nel 1996.

Ma il sindaco di Salerno, poi ex sindaco, poi sindaco emerito ed infine candidato alla presidenza della Regione Campania, da qualche tempo si lascia accompagnare dalle note di una senese doc, Gianna Nannini. De Luca – o chi per esso – si è affidato alle parole di “Ogni tanto”, brano sicuramente suggestivo, registrato dalla rocker toscana negli storici studi londinesi di Abbey Road nel 2010 e per stessa ammissione della Nannini si ispira all’inferno di Dante. Bene. Che succede se lo leggiamo senza la musica? Il refrain è chiarissimo: «Amor che nulla hai dato al mondo» e basterebbe queste poche parole a mettere un punto, ma il masochismo della scelta prosegue: «Non hai nome chi ti crede» e ancora «duri un attimo» passando per «ogni tanto fai spavento» e chiudendo con «prendi tutto e non ti fermo». Complimenti

Molto musicale anche il Gennaro Migliore delle primarie. L’ex Sel, rezianissimo, si lancia in una breve campagna elettorale – Genny si ritirerà 48 ore prima della competizione – con l’hashtag #vaimo’ chiaramente ispirato a Pino Daniele. Una scelta semantica che potrebbe essere azzeccata non solo per il richiamo al cantautore napoletano (scomparso il 4 gennaio del 2015) che unisce l’essenza local a quella sua internazionalità o anche perché “Vai mo’” è tra gli album simbolo della generazione dei quarantenni. Ma l’hashtag #vaimo’ è anche incoraggiamento, spinta: ora, adesso, vai è il tuo momento. E dunque avrebbe funzionato. In linea anche con le modalità di presentazione della candidatura di Migliore, indicato da una parte del Pd che poi è sfilata come una collana di perle. Ma che Gennaro Migliore fosse destinato ad uscire di scena era già scritto tra le righe di quelle 11 tracce incise nel 1981. «E passerà sarà un vento caldo solo pieno di pazzie» cantava Daniele in “Viento ‘e terra”. Ma la parabola dell’ex vendoliano si consuma tutta in una Notte, «che se ne va dinto o rummore ‘e chi fatica a sera». Una notte travagliata sarà stata «’e chi se venne a vita mia». Ma infondo infondo «E’ solo un giorno che non va, nun te preoccupà. E poi t’accorgi che anche tu, tu nun ce pienze cchiù». Amen

Cozzolino. L’europarlamentare napoletano non si affida alla musica e dunque non ha un pezzo immediatamente riconducibile alla sua campagna elettorale. L’unica “scelta” musicale è quella a supporto di un suo post su Facebook del 5 febbraio, quando parla di rivoluzione. Poteva essere quella dei Beatles, troppo ambigua; quella di Bob Marley, troppo di sinistra; quella di Nina Simome, troppo difficile da conoscere; quella degli The Used, troppo compromettente. Cozzolino si affida a Tracy Chapman e alla sua confortevole “Talkin’a bout a revolution”. Scontato.

Di Lello manco ci aiuta in questa playlist. Sì certo vale anche per lui “L’ottimista” di Venditti però, visto come è finita, l’esperienza di Marco Di lello alle primarie si può anche raccontare con i Cccp: «La prima volta fa sempre male. La prima volta ti fa tremare (…)La terza volta ti fa pensare. La quarta volta stai a guardare (…)Un eterno presente che capire non sai. L’ultima volta non arriva mai». Socialisti “Fedeli alla linea”? Vedremo.

Parabola primarie anche per l’unica donna candidata, la senatrice Angelica Saggese. Per lei questa competizione è tutta in un verso di Aznavour: «Ed io tra di voi capisco che ormai la fine di tutto è qui». E così è stato: scende in campo anche prima di Cozzolino, poi accetta la volontà di una parte del partito di candidare Migliore e così quando l’ex Sel tira il freno a mano lei si defila. E noi la immaginiamo cantando: «ed io tra di voi se non parlo mai osservo la vostra intesa».

LA NOSTRA PLAYLIST

  1. Elio e le storie tese – La terra dei cachi
  2. L’ottimista – Antonello Venditti
  3. Gianna nannini – Ogni Tanto
  4. Pino Daniele – Notte che se ne va
  5. Tracy Chapman - Talkin’a bout a revolution
  6. Cccp – Per me lo so
  7. Charles Aznavour - E io tra di voi

bonus track

  1. Ivano Fossati – Canzone Popolare
  2. Francesco De Gregori – Viva l’Italia
  3. Internazionale - Robert Wyatt