Landolfi: "Il Grande Progetto Sarno, una colata di cemento, di affari e di contenziosi"

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Il Partito democratico continua ad alimentare la discussione a livello provinciale e regionale sul Grande Progetto Sarno promosso dalla Regione Campania, dall’Arcadis e dall’Autorità di Bacino, evidenziandone le numerose criticità.
L’incontro con i Comuni della provincia di Salerno, che fa seguito ad altri incontri avuti in città del bacino che si trovano in provincia di Napoli e Avellino, è stato organizzato dalla segreteria provinciale guidata da Nicola Landolfi e ha visto la partecipazione del consigliere regionale Donato Pica, di Paolo Persico della segreteria regionale, del consigliere provinciale Tommaso Amabile, dei dirigenti dei circoli di Nocera Inferiore, Angri e Scafati e degli amministratori comunali - tra cui Michele Strianese di San Valentino Torio e Antonio Iannello di Nocera Inferiore - dei Comuni interessati dal Grande progetto Sarno.
Nel corso di una precedente riunione tra i segretari delle cinque province della Campania si erano infatti decise le due azioni politiche che coinvolgeranno l'intero partito: la prima sul progetto del Sarno e la seconda, su impulso di Nicola Landolfi e Venanzio Carpentieri, sull'uso dei fondi comunitari.
Durissimo l'affondo lanciato dal segretario provinciale Pd Nicola Landolfi e dal coordinatore Pd gruppo Sarno, responsabile provinciale Ambiente, Mauro Calatola, in una nota diramata a margine dell'incontro salernitano per dibadire la posizione del partito: “In queste settimane è cresciuta una diffusa critica al grande progetto per la mitigazione del rischio idrogeologico nel bacino del Sarno. E' una preoccupazione che coinvolge i nostri gruppi dirigenti, i nostri amministratori locali, i nostri circoli e un vasto fronte di associazioni e forze sociali. Si paventa il ripetersi di una sciagurata pagina per la nostra regione con l'avvio di opere che non verranno mai concluse, con costi sociali e ambientali enormi. L'agenzia regionale Arcadis, una specie di comitato d'affari autorizzato, gestisce 218 milioni di euro. È mancata la condivisione. È stata prevista per gli espropri una somma irrisoria di 4 euro a metro quadrato e, quindi, gli espropri non partiranno. Non c'é nemmeno un euro per la manutenzione e le vasche sono un costo esagerato, un gioco che non vale la candela, perché mitigano il rischio senza farlo scomparire. Queste preoccupazioni si sommano ad alcune irregolarità procedurali molto gravi e ai limiti dell'illegalità, una tra tutte la riunione della conferenza dei servizi successiva alla presentazione del progetto - laddove è obbligatorio farla prima dell'approvazione -, ma anche al ritardo che si sta accumulando sulle opere di disinquinamento e la bonifica del Sarno che hanno subito un rallentamento notevole da quando la gestione è passata ad Arcadis”.
La stigmatizzazione del progetto deve necessariamente farsi battaglia, spiegano Landolfi e Calatola: “A Torre Annunziata è prevista una manifestazione pubblica di protesta. Ad Avellino la Procura della Repubblica ha avviato un'inchiesta giudiziaria. Per noi emerge l'esigenza di mettere in campo un movimento di lotta verso quello che appare sempre di più come una colata di milioni, di clientele, di affari, nel più totale disprezzo dei consigli comunali e delle comunità amministrate, le più scaltre delle quali si sono accontentate di portare a casa un po’ di soldi e un po’ di affari nel più totale disinteresse di quelli che sono gli obiettivi strategici. Fondi comunitari per fare tombini e fogne, finanziamenti per opere strategiche che ripianano un po’ di debiti pubblici. Come nel caso della città dell'assessore Regionale all'Ambiente, l'incompatibile nella doppia veste di sindaco e assessore, Giovanni Romano, che avrebbe concluso la tombatura del torrente solofrana abusivamente, senza il nulla osta del Consorzio di Bonifica".
Un'invettiva che non lascia spazio a dubbi sulla determinazione del Partito democratico a portare avanti senza 'se' e senza 'ma' una mobilitazione per fermare il Grande progetto Sarno, anche attraverso iniziative parlamentari.
La nota si chiude con un appello al partito regionale ad attivarsi in tempi stretti: “Prima di mandare l'intero pacco di carte, fogne comprese, alla Procura della Repubblica, chiediamo all'intero gruppo Pd alla Regione una riunione che definisca la nostra posizione sul grande progetto e sulle politiche per il disinquinamento del bacino del Sarno”. Il dibattito va avanti. A giorni, i tre segretari delle province interessate dal progetto incontreranno il capogruppo regionale Pd Raffaele Topo per chiedergli di far ritirare il progetto.