La società del network individualism

netindividualism

Quando si accenna al tema della rivoluzione digitale ci troviamo sempre di fronte a valutazioni che oscillano tra il più cupo pessimismo (rispetto alla scomparsa della gravità del pensiero) e il più grande entusiasmo (riguardo alla miriade di nuove opportunità). Un dato è certo: lo sviluppo dei media digitali sta contribuendo a modificare l’assetto della società contemporanea e le pratiche comunicative attraverso le quali si struttura il legame sociale. Siamo di fronte a ciò che è stato chiamato network individualism, un modo per esprimere la difficoltà di tenere assieme due fenomeni contrapposti che caratterizzano l’attuale panorama relazionale delle società avanzate: da un lato la crescente crisi delle tradizionali agenzie di socializzazione (famiglia, stato, chiesa, scuola, lavoro ecc...) e delle formazioni sociali collettive che funzionano da collegamento tra il singolo e la comunità nazionale; dall’altro lo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa che aumentano le possibilità di entrare in contatto con reti di soggetti disseminati territorialmente con cui si possono condividere interessi e forme complesse di relazione e comunicazione mediata. Si sta passando – come se fosse un semplice dato di fatto – dai gruppi solidali a network individualizzati in cui si realizza una socializzazione senza mediazioni.

Un processo di alfabetizzazione digitale in cui i giovani sperimentano la centralità, ormai acquisita, delle agenzie informali e interattive, divenute piattaforme indispensabili per una vera e propria autosocializzazione. Nel passato le relazioni si basavano sulla prossimità territoriale, poi, nel corso dell’Ottocento e del Novecento, le interazioni sono state dominate dalle possibilità di accesso al sistema dei trasporti. Oggi il rapporto relazionale è liberato dai condizionamenti fisici assumendo la dimensione della rete immateriale in cui gli snodi di ramificazione sono le persone. Pensiamo al telefono: con l’apparecchio fisso si raggiungeva un luogo (casa, ufficio) oggi, grazie al cellulare, si parla con la persona indipendentemente dal posto in cui si trova. Quali cambiamenti sociali comporterà il network individualism – reso pervasivo dall’esplosione dei media digitali – nel lungo periodo? L’aspetto più interessante è sicuramente il protagonismo dell’immateriale che è diventato, paradossalmente, la base materiale della contemporaneità. Lo sviluppo degli ambienti virtuali potrebbe dar vita a forme di comunicazione e di reti relazionali che presuppongono la costruzione di organizzazioni sociali il cui centro di produttività è fondato sulla trasmissione di informazioni e sulla loro conseguente elaborazione in struttura della conoscenza. Siamo ancora all’inizio di questo cammino, ma già è evidente, nell’attuale progresso, la sua origine non casuale derivante dall’intreccio di tre distinti processi: l’affermazione della information technology; la crisi del capitalismo e dei modelli economici statalisti; il sorgere di movimenti culturali one issue in difesa dei diritti umani e della libertà di pensiero. La rete si sta configurando come l’apparente trasformazione della morfologia sociale. I network influenzano la produzione, le esperienze, il potere, la cultura senza coincidere, tuttavia, con la rete tecnologica di connessione on line. Il computer rimane un artefatto ma i social network si stanno sovrapponendo alle reti relazionali tradizionali in parte fagocitandole, in parte potenziandole, sicuramente ristrutturandole secondo la logica del capitalismo virtuale. Molti politici blaterano di democrazia digitale, ma nessuno è seriamente interessato a comprendere cosa sarà del nostro futuro.