La favola triste di Felipe Machado

L’ultimo volo e poi le tenebre della notte. L’aereo è cascato, sulle montagne impervie e la compagine brasiliana del Chapeconense non c’è più: 75 vittime, una ventina di giornalisti al seguito e sei superstiti. La favola finisce così, già divorata da video inquietanti, quelli postati dai calciatori poco prima della partenza. Come il Grande Torino la compagine brasiliana del Chapeconense diventerà leggenda, non per il tasso tecnico, ma per la circostanza così similare con la quale è stata apposta la parola fine alla propria esistenza. Poi il racconto di questa favola calcistica che apprendiamo solo dopo la morte, dalla serie D al finale di coppa Sudamerica in soli 17 anni. Avrebbero dovuto giocare in Colombia, contro l’Atletico Nacional, la finale d’andata per aggiudicarsi la Coppa Sudamericana. Gli avversari hanno già chiesto di assegnare il trofeo a chi non c’è più proprio come avvenne con il quinto scudetto che venne cucito sulle maglie granata che erano state indossate da Valentino Mazzola e compagni. Le altre compagini della massima serie brasiliana hanno lanciato la proposta di rifondare la squadra con prestiti gratuiti e contestualmente chiesto alla Federazione di consentire il mantenimento della categoria per tre anni. La piazza virtuale ha già spazzato via la fantasia, così è se vi pare. A Superga Salerno pianse il “suo” Renato Casalbore uno dei giornalisti al seguiti degli Invincibili, fondatore del quotidiano Tutto Sport. Adesso, tra i caduti in Colombia anche il difensore Felipe Machado che ha indossato la maglia granata della Salernitana nel 2009. E’ stato una meteora, appena 7 presenze, nella compagine del presidente Antonio Lombardi che in quel campionato arrivò ultima collezionando appena 17 punti, sei tolti per illecito sportivo. Difficile ricordare Machado per emozioni calcistiche, ma è drammatico farlo a seguito di questa immane tragedia.