La favola di Vincenzo Margiotta

Le favole vanno raccontate, tramandate di padre in figlio, da nonno a nipote. Poi, non importa, si può pure lasciare libera interpretazione alla morale finale, sovvertire la regola e rendere protagonista della nostra narrazione la persona, l’eroe reso tale dal racconto popolare. Ricordato per le sue gesta epiche compiute rincorrendo un pallone su un prato verde. Vincenzo Margiotta da Agropoli, il più prolifico attaccante della Salernitana di tutti i tempi. “Margiuttiell” come lo chiamava il pubblico del Comunale, poi ribattezzato Donato Vestuti, che ricordiamo a cento anni dalla nascita, mise la palla in rete ben ottantacinque volte, contribuì a portare la Salernitana per la prima volta nella sua storia in massima serie, in serie A, e con la casacca granata alzò verso il cielo la “Coppa di Liberazione”, il primo trofeo della storia aggiudicatosi dal sodalizio di casa nostra. Numeri, vero, da consegnare agli almanacchi, ma il fato e la leggenda non si sintetizzano con la fredda somma algebrica. Tutt’altro. I libri raccontano che quel ragazzo avesse talento da vendere. Tra i vicoli della sua città cilentana in barba alla gioventù, quando non ci si preoccupa di nulla, calciava il pallone con forza e precisione tale da colpire, e spaccare, le brocche piene d’acqua che le donne riempivano presso le fontane pubbliche. “Ogni calcio un centro e una brocca in frantumi, poi subito una fuga tra i vicoli di Agropoli”. Fino a quando queste fughe “Vincenzino” iniziò farle sui campi di calcio e poi con la maglia della Salernitana che da bianco azzurra diventò granata. La squadra di Gipo Viani e del famoso “Vianema”. Quell’anno la mise dentro ben 19 volte in 23 gare giocate. E così Vincenzino ha scritto qualcosa di più importante di un’annata da incorniciare, o di un confronto contro il Grande Torino. Ha fatto sì che intere generazioni di agropolesi si innamorassero della Salernitana, incondizionatamente. Così mentre Agropoli commemora il bomber Margiotta, la Salernitana accetta di disputare un’amichevole con la locale formazione che milita nel Campionato Dilettanti, Salerno tace limitandosi a poche righe di cronaca comparse sui quotidiani. Ma va bene lo stesso, le favole bisogna raccontarle ai più piccoli che, si spera, da grandi le racconteranno ai propri figli.