La città bloccata dalle luci ma le istituzioni sono assenti

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Il blocco totale della mobilità di uomini, donne, bambini, pullman e auto private verificatosi nel weekend scorso, e in particolare domenica, nel centro di Salerno, deve indurre tutti, Comune, autorità di governo, magistratura e cittadini a una pacata ma rapida, seria e concludente riflessione su come rimediare al gravissimo disagio e ai possibili gravi rischi che sempre più incombono sul decennale evento dallo sfarzoso nome di “luci d’artista”. Qui non sono in discussione né la supposta qualità artistica della manifestazione, né l’utilità della stessa, pagata con le entrate della fiscalità locale, ma della quale, con ogni evidenza, non beneficia tutta la collettività, bensì soltanto una piccola e imprecisabile parte di essa che si ignora persino se fiscalmente residente. Aspetti, riguardo ai quali, come attestano sondaggi più volte effettuati, i salernitani si dividono per gusto, cultura, interessi. Qui è in discussione qualcosa sulla quale il contratto sociale (vale a dire la ragione ultima per la quale siamo costituiti in una comunità civile) stesso impone di essere tutti d’accordo: istituzioni, autorità, cittadini. E questo qualcosa porta il nome di “responsabilità”. Responsabilità innanzitutto per la sicurezza di chi vive in città, ma anche degli ospiti che senza farsi troppi problemi decidono di venire a passare poche ore serali a Salerno per consumare una merenda e scattare qualche fotografia. Ma responsabilità anche per assicurare a cittadini e ospiti la disponibilità di una rapida assistenza medico-ospedaliera nei casi, pur sempre possibili, di infortuni, lesioni, traumi, o semplicemente per l’evacuazione forzata in caso di attacchi di panico indotti dai più diversi agenti. L’indecoroso spettacolo andato in onda domenica nel centro della città comprendeva chilometri di code di pullman (pare 400 se non di più), di auto private parcheggiate ovunque sui marciapiedi riducendo o chiudendo le carreggiate, di una fiumana umana che da Piazza Portanova a Largo Campo cercava di avanzare nelle due direzioni a forza di spintoni e spallate. In simili condizioni basta poco a generare scene di panico e un micidiale fuggi-fuggi. E qui che entra in gioco il richiamo alla responsabilità innanzitutto della pubblica amministrazione. Che quando pensa un evento di questa portata – di per sé già improponibile in una città della dimensione di Salerno che a malapena riesce a gestire, e con molti visibili limiti, la propria mobilità quotidiana – ha il dovere di studiare tutto nei minimi dettagli: dal numero massimo di visitatori accoglibili, alla dislocazione diffusa dei servizi igienici, alla corsia dedicata per le emergenze di ogni tipo (sanitarie, di protezione civile e di polizia), alle vie di fuga ben evidenziate da indicazioni luminose ben visibili, ai mezzi pubblici (metro e navette), al personale di coordinamento del flusso veicolare e umano. Pare che domenica ci fosse più di un problema. I vigili si sono astenuti dal lavoro straordinario. Così non si è potuto organizzare il servizio-navette da e per l’Arechi. Si è potuto contare solo sulla metro che utilizza un Minuetto dell’Alstom con una capienza massima di 345 posti. Diciamo che pigiati come sardine può salire a 400. Questo significa che per mobilizzare  20-30 mila persone bisognava disporre da 50 a 75 corse da concentrare nelle ore calde (dalle 17 alle 22). A questo punto il Comune avrebbe dovuto allertare l’Autorità di Governo sul territorio che in questo momento è retta dal vice-prefetto, essendo la titolare assente per infermità da alcuni mesi. E il Governo non decide che fare. E perché non decide, visto che, tra l’altro, il vice-prefetto è stato invitato a nominare  un commissario al Comune di Salerno, considerato che l’attuale sindaco fu nominato da De Luca dichiarato decaduto con sentenza di appello del tribunale civile di Salerno, e che il ricorso per Cassazione non fu mai prodotto? Misteri della politica. Intanto, i salernitani del centro e della periferia vivono un kafkiano stato di cattività, prigionieri tutti i weekend nelle loro case. A piedi per il centro non si può circolare. Né, nella situazione data, possono azzardarsi a prendere l’auto per allontanarsi dalla città. Alcuni però cominciano a reagire. E ieri è nato su FB il Gruppo “Residenti/Resistenti” che in serata ha toccato quota mille iscritti. La città si sveglia e reagisce. Del resto le notizie che arrivano dall’UE sono da far tremare le vene e i polsi: l’Italia è il primo dei 28 Paesi comunitari per morti premature causate da agenti patogeni atmosferici (nano particelle, biossido di azoto e ozono). E a Salerno con questi chiari di luna col cavolo i cittadini si rassegnano a “star sereni”.