L’Italia: un Paese per chi?

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Eduardo_De_Filippo
“…Fujetevenne…”.
Questo fu,.circa 40 anni fa,il disperato grido di dolore lanciato,durante un incontro con i giovani che gli chiedevano consigli per il futuro,di vita,professionale ed artistico,al grande Eduardo de Filippo.Non fu preso bene dai politici, dagli stessi napoletani,la “cruda” ,ma quanto mai veritiera premonizione di un uomo che era abituato a dire le cose che pensava,in modo diretto e senza fronzoli.Gli stessi giovani lo presero per pazzo,erano la fine degli anni’ 70,inizio anni ’80,in cui già si stava avvertendo nell’aria, il nuovo “boom” economico e la” grande illusione” dell’edonismo-reaganiano ,o meglio dire “egoismo borsistico”che avrebbe mietuto ,alla fine degli anni ’90 numerose “vittime” tra aziende ,che venivano sopravvalutate senza avere neanche una sede legale e risparmiatori che dopo euforici guadagni perdevano inesorabilmente tutto e tra le famiglie che ,”incantate” dai facili guadagni in Borsa e dal nuovo modo di fare acquisti rateali, si erano indebitate fino al collo ,con drammatiche conseguenze che, chi ricorda gli articoli giornalistici di quei giorni erano un vero e proprio bollettino di guerra di suicidi .In questo i giovani ,”bombardati “ dalle tv commerciali, abbagliati dai facili guadagni, erano diventati “yuppies” senza regole e senza morale,con l’unico dio da venerare :il dio danaro.Una grande illusione ,la quale pero’ era sostenuta da una Italia che ,a torto o a ragione,che era la 5° potenza mondiale, per cui ,un po’ come la “terra promessa” trovare un lavoro era diventato facile,si costruivano nuovi città,si spendeva e si godeva del momento,insomma i soldi “giravano” .Espatriare era , quindi,agli occhi dei giovani una “blasfemia”,ed ecco che il già “esiliato” Eduardo venne ancora di più dimenticato e schedato come un “pazzo visionario “.Poi ….poi…poi la storia ha dato ragione a quel “pazzo visionario”,l’Italia non è più il paese degli “yuppies”,ma neanche dei lavoratori aventi diritti,non è più il paese delle famiglie a cui guardare con i rispetto,ma il paese delle banche e dello “strozzinaggio legalizzato”,ovvero per avere 1 devi dare in garanzia 100,non è più il paese delle opportunità,insomma, ma il paese delle negazioni.Negata la libertà di studiare ,un diritto costituzionale,negato il diritto al lavoro,altro diritto costituzionale,negato il diritto di fare figli perché alle giovani coppie non si da un aiuto ed una speranza ,ancora diritto costituzionale,negato infine, il diritto ad essere ..cittadini italiani!Si perché ,oramai,i nostri figli stanno EMIGRANDO,si proprio emigrando,con buona pace di chi vuol trovare un altro aggettivo, un po’ più …elegante ,ad un vero e proprio esodo di giovani laureati.Londra,Parigi, USA, Germania,persino Romania ,Croazia, Australia,e chi più ne ha più ne metta… il nostro futuro ,oramai è andato via, facendo la fortuna di paesi che danno opportunità e possibilità ,ma soprattutto perché credono che i giovani,siano la vera forza motrice dell’economia.Patetico quando poi ci facciamo prendere dal manifesto ardore patriottico ,con conseguente lacrima,quando un “nostro” emigrante,torna in Italia a lavorare,ma questo fa parte della nostra natura di essere un po’ inclini…alla lacrima “facile”!Certo se continuiamo a togliere fondi per l’istruzione e la ricerca, se le nostre scuole sono le più fatiscenti in Europa,e mi limito all’Europa,se i professori sono considerati “merce umana” con uno stipendio ,quando va bene , da fame,se molti nostri giovani laureati sono il” meglio” dei …call-center,se per trovare un lavoro devi “prostituirti” in modo metaforico ,e molte volte non solo,se chiudiamo le porte in faccia alla generazione 3.0,quella che verrà appunto,e che potrebbe dare una scossa ad una economia che ,udite udite è in risalita dello …0,2 %...e di cosa ci vogliamo lamentare se essi hanno deciso di voltare le spalle al loro paese natio?
“Fujemmcenn”
Questo è oramai il motto della nuova generazione ,di quei ragazzi che ,ritornano ad essere EMIGRANTI,non con la valigia di cartone e piena di speranze come fecero i nostri nonni, ma con una valigia piena di certezze e di sogni che si realizzeranno.Pensi ,allora, che l’Italia si diventato un paese per vecchi, quelli che lavorando una vita hanno acquisito dei diritti ,come la pensione,ma ti accorgi ,leggendo dai giornali dei drammi economici di poveri anziani o per esempio, vedendo una interminabile fila alle Poste per ritirare quei pochi spiccioli,o qualche vecchio ,ma non solo ,che ai mercati ortofrutticoli cerca tra gli scarti un po’ di frutta e verdura,e pensi che neanche per loro siamo riusciti ad essere Italiani.Poi leggi che l’Italia è al 37° posto per la qualità di vita per gli anziani .dove trovi al primo posto la Svizzera, al secondo la Norvegia ed al terzo , la Svezia, (guarda un po’ paesi dove i nostri giovani trovano grandi opportunità),ed allora ti domandi se l’Italia non è più un paese per giovani, se l’italia non è più un paese per i nostri vecchi,se ,a maggior ragione non è più un paese delle donne,e qui evito di dire le umiliazioni fisiche ,psicologiche e morali che le donne subiscono ogni giorno,allora mi domando e dico :”Ma l’Italia è un Paese per chi?”
Antonio Di Giovanni