Joe Petrosino torna a casa

Timeline-Joseph_Petrosino

L’inaugurazione della rinnovata Casa/Museo “Joe Petrosino”, che si terrà lunedì 11 aprile presso la Certosa di Padula, sarà l’occasione per presentare in anteprima nazionale la “Galleria virtuale su mafie e antimafia” - parte integrante della Casa/Museo, nata grazie ad un accordo tra il comune di Padula e Rai Teche - la cui direzione scientifica è stata curata dalla cattedra di Public & Digital History dell’Università di Salerno. La Galleria, realizzata con materiali originali montati con tecnologie digitali di ultima generazione, è uno strumento bivalente, immaginato sia per l’utilizzo didattico, sia per la ricerca scientifica. Nel primo caso i visitatori potranno approfondire la storia delle mafie e dell’antimafia grazie ad una serie di clip attivabili con touch screen; nel secondo caso ricercatori e studiosi potranno accedere alla Digital Library, attraverso un glossario di parole chiave o tramite una ricerca libera, per esaminare la documentazione integrale dei filmati Rai: una vera e propria postazione tematica di Rai Teche dislocata nei locali del museo. La Casa/Museo “Joe Petrosino” sarà, quindi, anche un luogo di ricerca scientifica, una “stazione” di Public & Digital History, sulle mafie e sull’antimafia, alla quale potranno accedere liberamente docenti universitari, esperti, studiosi, dottori di ricerca e laureandi per consultare e analizzare il prezioso patrimonio documentale messo a disposizione da Rai Teche. Le stanze aperte al pubblico sono così distribuite: Cosa nostra americana, Mafia e Antimafia, Camorra e Anticamorra, Venti Liberi (ovvero la storia dei primi vent’anni dell’associazione “Libera contro le mafie”). In ognuna di esse è possibile vedere e ricostruire, attraverso videoclip suddivisi per eventi e personaggi, i momenti salienti che hanno caratterizzato i processi di modernizzazione dei fenomeni mafiosi connessi al divenire della storia nazionale, ma anche, e forse soprattutto, l’impegno di donne e uomini che si sono opposti alla protervia della criminalità organizzata.

Il patrimonio raccolto e reinterpretato, nel rispetto del metodo scientifico, supera le dieci ore di video ed è organizzato in un centinaio di piccole storie con l’obiettivo di catturare l’attenzione anche dei più giovani intorno alla lotta che lo Stato, con alterne vicende, ha condotto contro la “signoria” delle mafie. Le vittime innocenti continuano a vivere grazie alla realtà virtuale che rinnova la memoria, anche quando i loro nomi rischiano di essere sommersi dal costante fluire degli eventi. La pulsione emozionale, con il contributo dell’interpretazione storica, aiuterà i visitatori a collocare i protagonisti nei loro contesti e dare senso e profondità ad una narrazione che rifugge gli stereotipi e i luoghi comuni agglomeratisi intorno alle mafie. La stella polare che ha orientato questa scelta è contenuta nell’atto costitutivo dell’ICOM (International Council of Museums): “Il museo è una istituzione permanente al servizio della società e del suo sviluppo: compie ricerche che riguardano testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e le acquisisce, le conserva, le comunica e soprattutto le espone ai fini di studio educazione e divulgazione”. L’intento è quello di sfruttare, grazie alle infrastrutture digitali, tutte le potenzialità narrative delle fonti audiovisive e dell’immaginario collettivo sedimentatosi nel corso degli anni intorno ai fenomeni mafiosi. L’intero percorso è reso ancora più suggestivo dal cortometraggio ad episodi, ideato da Aldo Di Russo, in cui Joe Petrosino, interpretato dall’attore Andrea Tidona (il Giovanni Falcone de “Il capo dei capi”), accompagnerà i visitatori all’interno della casa natale. In ognuna delle sale della Galleria virtuale Joe Petrosino incontrerà un personaggio archetipo dei comportamenti mafiosi o antimafiosi. Ogni singolo dialogo è la manifestazione della conoscenza che si vuole divulgare: comportamenti eroici e virtuosi si alternano a pregiudizi, rassegnazione e connivenza nella eterna lotta per la supremazia della ragione e del benessere collettivo. Si è scelto, perciò, di adoperare un linguaggio teatrale per superare la distanza spazio-temporale che dividerebbe gli spettatori da quegli eventi e farli diventare storie senza tempo che iniziano e finiscono ai giorni nostri. Petrosino è tornato, andate a salutarlo.