Io non sono ...Gomorra!

GOMORRA-2

Partiamo da un presupposto importante: sono per la libertà di espressione,per il rispetto delle idee e dei loro autori,difendo sempre chi ci mette il "cuore" nelle cose in cui crede,se poi queste cose creano anche lavoro ,ancora meglio,ma sono soprattutto uno che è sempre dalla parte della democrazia!No…giusto per ricordare a me stesso che,troppe volte il desiderio di “estremizzare”,puo’ dare adito a “spettacolarizzazioni” di realtà che fanno male…ma davvero!
La serie tv “Gomorra”, “…prende spunto da fatti realmente accaduti (precisamente le faide del 2012) e sceneggiatori, attori e registi riescono di nuovo a tracciare un quadro sin troppo realistico delle dinamiche criminali. La lotta per il potere diventa senza esclusione di colpi, e una volta tanto non è solo un modo di dire. Per difendere il potere conquistato da poco (o per recuperare il terreno perduto), i protagonisti sono disposti a tutto, più di prima, peggio di prima.”( Il Fatto Quotidiano).Non ho mai voluto guardare la prima serie,se non per pochi minuti,poiché quelle scene di violenza e di quotidianità “camorristiche”,mi facevano male,pensando alla Napoli che ho vissuto ai tempi della scuola.Mi faceva male “dentro”, vedere “scoperchiato” il vaso di Pandora,ma era necessario dare risalto,anche in tv, ad una realtà dura quanto cruda,per cercare di capire, comprendere e sconfiggerla. Il successo decretato da pubblico e critica,della prima serie,con grandi share di ascolto,mi ha fatto pensare che forse il “diverso” ero io,per cui ho deciso di seguire le “orme” dei tanti che aspettavano al seconda serie.”Sta senza pnzier!”(slang oramai entrato nel linguaggio comune) ,mi ripetevo,e,con grande sofferenza,ho seguito la prima puntata.Violenza,cruda,veritiera,senza dubbio,uno sceneggiato fatto molto bene da Matteo Garrone,figlio di una Napoli intellettuale e operosa che ha fatto la Storia,che ha narrato in modo pregevole il lavoro di Roberto Saviano
robertosaviano_n .Ma più andavo avanti e più mi chiedevo:” Ci sarà una parte in cui assisteremo alla “riscossa” dei buoni,ci sarà un momento in cui le forze dell’ordine avranno la meglio sulla delinquenza,ci sarà un gesto di amore e di pietas!”.Bhè… devo dire che ,almeno fino a quando sono riuscito a restare davanti alla tv, buoni non ce ne sono( e forse non ci saranno..) e le forze dell’ordine sono solamente un.. corollario ad una grande piaga napoletana e non solo: quella della violenza e della camorra. Un po’ scioccato cerco di capire cosa ne pensa la critica,e mi imbatto in una nota stampa di un sindacato di Polizia il Co.I.S.P , a firma di Giulio Catuogno, Segretario Generale Provinciale di Napoli ,che recita:” Gomorra” mostra solo una parte di Napoli”. Infatti nella nota il Sindacato indipendente di Polizia sottolinea come:”.. non si possa permettere ancora di propinare storie come Gomorra che tentano di esprimere la realtà partenopea. Perché "Napoli è fatta di altro". La serie infatti non mette in evidenza un altro importante aspetto, come quello della voglia di riscattarsi della città. Il Coisp ci tiene a sottolineare come non permetteranno a nessuno di sopprimere i loro tentativi di cambiare quella realtà. “Marco D’Amore, colui che nella serie tv interpreta il ruolo di Ciro Di Marzio, alias “Immortale”,in una intervista radiofonica, ha difeso,invece” Gomorra”, sottolineandone i pregi in relazione al disagio sociale che – sue parole – non coinvolge solo Napoli e la Campania: “Gomorra” non potrebbe esistere se non prendesse spunto da una realtà che coinvolge non solo Napoli, ma tutta l’Italia. Gomorra è un luogo della coscienza, non è un luogo geografico, non è ascrivibile ad una regione o ad singola una città, come Napoli. Gomorra è un percorso di conoscenza, la nostra serie è legata ad un studio che tutti dovrebbero conoscere. La nostra serie tv da’ dei suggerimenti, fa nascere degli interessanti spunti di riflessione. La conoscenza è un fattore importante per sconfiggere l’ignoranza, ovvero l’arma nelle mani delle associazioni criminali che sfruttano la povertà per approfittarsi dei più giovani e deboli”.E’ una considerazione che deve essere attentamente presa in considerazione,dai tanti esperti del campo,perché,credo o almeno spero,il “dolore” che si prova a vedere,ma soprattuto a leggere,la Napoli di Roberto Saviano,raccontata in Gomorra, sia il segnale di riscatto di tanti che ancora credono nella giustizia.”Io non sono Gomorra!” è il grido di disperazione ,ma non di rassegnazione,che sento salire forte da Napoli,dal Sud,stufo di stereotipi “ancestrali” e antropologici,stanco di subire violenza e inefficienza,dolende per la morte, lenta, del suo animo nobile e fiero,mortificato da cotanta violenza.
”Io non sono Gomorra!”…io sono il Sud….quello vero, quello che accoglie e non respinge,quello che abbraccia e non ammazza,quello difende i suoi figli e non li “violenta”,quello che ha dato tanto all’Italia ed al mondo e niente in cambio ha ricevuto!
“Io non sono Gomorra!”…non voglio esserlo…mai!
“Sta senza pnzier!”
Antonio Di Giovanni