Instabilità granata

Un giorno ci siamo svegliati e la giustizia ci ha detto che il capo della squadra mobile della questura di Napoli Vittorio Pisani era reo di favoreggiamento, falso, rivelazioni di segreto istruttorio, in relazione ai suoi rapporti con l’imprenditore Marco Iorio. Il superpoliziotto, come lo ha definito la stampa specializzata, quello che insieme ai suoi uomini, “gli sbirri di ferro”, aveva assicurato alla giustizia dei pericolosi camorristi latitanti come Edoardo Contini, Patrizio Bosti, Antonio Iovine e poi Michele Zagaria, quando era già stato allontanato da Napoli per aver ricevuto anche un divieto di dimora, non era la persona che tutti pensavano che fosse. Il cane da guardia della giustizia, il lottatore che non conosceva mezzi termini era un uomo sporco. Il “superpoliziotto” che “osò anche dichiarare che la scorta allo scrittore Roberto Saviano appariva un provvedimento eccessivo”. Dopo due lunghissimi anni, però, la stessa giustizia che lo aveva indagato ci ha confermato la sua piena innocenza. Da un lottatore all’altro, questa volta su un campo di calcio, quale è stato il nostro “Ringhio” Gennaro Gattuso la giustizia ci dice essere anch’esso probabile colpevole perché avrebbe truccato le partite. Si tratta ancora di calcio-scommesse che sembra continui a inquinare il gioco più bello del mondo. Nei giorni scorsi Pietro Gargano scriveva su Il Mattino che “Se c’è un profilo lontano da quello di un corrotto - corruttore è il profilo di Rino Gattuso”, ragazzo semplice che noi abbiamo conosciuto nell’esaltante ma sfortunata stagione che ha visto la Salernitana sul proscenio della serie A. Come dargli torto. Difficile credere che il Ringhio appartenga a questa sfera di uomini, a quelli come il capitano dell’Atalanta Doni, giusto per fare un nome. Lo abbiamo visto da vicino, braccare la palla e le caviglie dell’avversario, agonisticamente cattivo, ma leale come un bambino e uscire dal campo sempre con la maglietta sudata. Una grinta che all’Arechi non vediamo da qualche mese, con una squadra che gioca solamente quando vuole o come sa, completamente allo sbando, capace di racimolare un misero punto in tre partite e di cercare inutili alibi nell’orrendo campo di gioco. Viviamo il periodo più nero della gestione Lotito - Mezzaroma, ognuno si assuma le proprie responsabilità facendoci uscire presto da questa pericolosa instabilità.