Il Teatro cerca casa. E la trova

teatro cerca casaChe cosa ha di buono il “Teatro cerca casa”? Francamente se ne infischia.  Del Fus, dello Stato, della Regione, delle nomine e altre amenità a cui siamo abituati da lunga pezza. Non perché apolitico ma perché, capita l’antifona,  ha deciso di tenersi alla larga e di rintanarsi nel privato, anzi in casa, la propria. Il “Teatro cerca casa” è come sfornare il pane fresco, si sente il profumo, la fragranza, si usano materie prime naturali e si mangia una pagnotta più buona e a basso costo. Gli attori stanno vicini vicini, si possono sfiorare, toccare con mano. Soprattutto senza chiedere nulla a nessuno, il che non ha prezzo. Qualche teorico direbbe che fa “decrescita felice”, rifiuta quel che non serve e guarda a un altro Pil, in questo caso Pit, prodotto interno teatrale. Il Teatro cerca casa nasce a Napoli dove una ne pensano e cento ne fanno e  da un autore scorbutico e geniale, quel Manlio Santanelli che arrivò sul panorama teatrale partenopeo agli inizi degli anni ’80 con i suoi Pacebbene e Cirillo di “Uscita di emergenza”. Tremavano i due, si arrovigliavano, tra pareti crollate e muri scrostati, se le davano di santa ragione a colpi di battute e di parole, se le suonavano e se le cantavano sull’orlo degli infiniti bradisismi dell’animo umano. Per l’occasione si citarono Pinter, Bekett, Ionesco, Genet e altri maestri del teatro europeo, quello stesso teatro europeo di cui Santanelli entrò a far parte  in poco tempo con i suoi testi; i quali, oltre a vedere in scena tantissimi interpreti (Cirino, Fantoni, Mascia,  Luca De Filippo, Lello Arena, Arturo Cirillo, Mario Scarpetta, e tanti altri) , si trovò ben presto tradotto e rappresentato in varie lingue e in  importanti teatri d’Europa. Santanelli aprì la strada a quella che allora chiamammo la Nuova drammaturgia napoletana che ha avuto un enorme successo a giudicare dalle continue infinite rappresentazioni che vedono in scena ogni anno Santanelli, Ruccello, Moscato e altri autori mentre oggi si discute su quanto hanno tagliato il Fus e come reintegrarlo.  Chi vuole fare teatro e non ha voglia di perdere tempo dietro a queste storie, (anche se costretto ad occuparsene), cerca onestamente di pensare ad altro; scrivere ad esempio, quali storie raccontare,  come incrociare anacoluti e metafore, forme delle parole, delle geometrie e degli spostamenti verbali e mentali, mettere le parole in bocca ad un attore, capire se farlo muovere in proscenio, tra la folla o davanti alle quinte. Chi ama il teatro e lo vuole fare, cerca casa logovuole occuparsi del teatro  e non dei burocrati o dei direttori generali, dribblando partiti e conoscenze, nuovi e vecchi padrini e poteri, napoletani o salernitani. Vorrebbe  mandare a quel paese i personaggetti che sanno mettere i bastoni tra le ruote a tutti tranne che a se stessi e che hanno elevato carriere e affossato talenti, asfaltato o i giovani, spingendoli a cercare altrove perché qui, cari ragazzi, non c’è trippa per gatti.  “Il teatro cerca casa”, dicono gli organizzatori,  è per artisti e spettatori una occasione, una opportunità; infatti non dà conto a nessuno, è autarchico, libero, apre le porte all’inventiva e respira dalle finestre, dai terrazzi dai salotti, socializza e fa cultura. Idea geniale, come geniale è la drammaturgia di  Santanelli che con le sue opere ha scritto in questi anni un teatro straordinario che vede ogni anno numerose compagnie a contendersi i testi. Con Manlio e la sua compagna Livia, coadiuvati da Ileana Bonadies e altri collaboratori,  molti artisti a dar man forte al progetto che può essere esportato ovunque, basta una casa praticabile, la disponibilità e un po’ di organizzazione. Tra gli ospiti di queste stagioni molti interpreti del teatro napoletano e una crescita esponenziale di di spettatori  a conferma di una formula vincente che piano piano,  si è allargata dalla casa sopra al Vomero dei Santanelli  ad altri luoghi, Caserta, Santa Maria Capua Vetere, Centurano, Piedimonte Matese, Nola, Pozzuoli. Veri e propri cartelloni che vanno avanti per l’intera stagione teatrale, a partire quest’anno dal 5 ottobre, si prenota  e si può partecipare al progetto come spettatori o mettendo a disposizione la propria casa e far parte della rete. Diciannove titoli tra classici e novità della stagione 2015/2016, giovani interpreti e registi e ogni anno il debutto di un drammaturgo esordiente. Una proposta che si fa un baffo della crisi a cui dà una risposta creativa e gioiosa che si incrementa di continue altre iniziative; quest’anno si aprirà un Forum Teatro sulla formazione e sul pubblico con la proiezione di otto spettacoli e incontri e confronti con studiosi, critici, esperti presso la sede della Libera Università  Luetec di Napoli. Infine premi e biglietti d’oro  per lo spettacolo che ha ottenuto il maggior numero di repliche e richieste da parte del pubblico.

Nell'immagine una serata di Teatro cerca casa

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