Il sangue versato da Salerno

comune salerno

Fausto Morrone è un noto oppositore dell’amministrazione comunale. Nell’ultima nota inviata alla stampa, oltre a denunciare la stucchevole dichiarazione del “Duplex” (rimarcante l’inadeguatezza del suo stipendio), si preoccupa della sanzione pecuniaria (360mila euro) comminata al comune di Salerno a causa dell’incompiuto palazzetto dello sport. La vicenda delle incompiute è questione delicata, al solo nominarla il capo sbuffa fiamme dalle narici. Negare, negare sempre e, soprattutto, spostare l’attenzione su nuove magnifiche conquiste o problemi secondari. Il doppio incarico è stato un utile mezzo di distrazione per accantonare il vero problema da affrontare: gli errori derivanti da un difetto di strategia di governo. Il crescent, la stazione marittima, il palazzetto dello sport, la cittadella giudiziaria, il mancato rifacimento del corso Vittorio Emanuele, il degrado del centro storico alto, il funzionamento a singhiozzo delle isole ecologiche, la fiacca manutenzione dell’arredo urbano e dei parchi pubblici, il disfacimento del trasporto pubblico locale, l’abbandono a se stesse delle frazioni alte, l’assenza di strutture adeguate per la polizia municipale, la depressione delle attività economiche, l’insufficienza dei servizi sociali, l’indebitamento cronico nei confronti dei creditori sono realtà quotidiane certamente più scottanti rispetto all’ambita remunerazione di un politico di mestiere.

Quando non si possono dare risposte si tenta di eluderle. Non sarebbe più giusto che un leader, dal ventennale consenso maggioritario, reagisse convocando gli “stati generali” della città? Non sarebbe saggio spiegare le difficoltà dell’amministrazione e individuare soluzioni condivise per evitare di gettare sulle spalle dei salernitani un oneroso carico fiscale. Qualcuno dovrebbe ricordargli che è stato possibile “jetta’ ‘o sangue” per Salerno solo perché ha beneficiato di migliaia di donatori incoscienti. Le risorse di bilancio ormai non sono più sufficienti. Peraltro, la scelta della svendita urbanistica sta coagulando un’opposizione civica che agita il “mar morto” della politica salernitana. Ai figli delle “chiancarelle” si sono aggiunti i comitati di “piazza Cavour”, di “piazza Mazzini” di “via Vinciprova”, del “porticciolo di Pastena” e della “curva sud” che hanno sconfitto in sede giudiziaria il comune e gli imprenditori corifei. Il gigantismo urbano (metafora del personalismo politico) non può continuare a difendersi, con anatemi, male parole e ostracismo ottuso, a spese dei contribuenti. Se il modello Salerno è asceso al Governo italiano è del tutto legittimo che il sindaco/viceministro dia conto del suo operato alla comunità nazionale. Sarà meglio, allora, evitare di scacciare le telecamere di Report come se si trattasse di una qualsiasi tv locale perché, se ancora non è chiaro, l’opinione pubblica italiana, a differenza di quella salernitana, riesce ancora ad indignarsi.