Il ritorno delle "cuffiette"

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Si erano conosciuti durante la seconda guerra mondiale sulle navi della Marina militare giapponese. Di sparare alla gente non è che ne avessero tanta voglia. Così, anche per riscattare una vita che li aveva visti protagonisti in uno dei conflitti più duri e anche per mettere a frutto gli anni passati sui libri, Akio Morita e Masaru Ibuka come in una favola manga danno vita alla Sony. Questi due signori, alla fine degli anni Settanta, mettono a punto un progetto destinato a cambiare il futuro della fruizione musicale: il Walkman. In pratica un mangiacassette portatile che riproduceva musica in cuffia. Una rivoluzione. Non solo più in auto, ma anche a piedi, per strada. Una libertà, quella di comporre su audiocassette la propria colonna sonora e poi riascoltarla in cuffia.

Il film che rivelò alla mia generazione le potenzialità di questo apparecchio fu “Il tempo delle mele” di Claude Pinoteau. Era il 1980 e ad una festa, mentre si ballava musica orrenda il fidanzatino di di Sophie Marceau (Vic) le fa indossare un paio di cuffie e all’improvviso la disco sfuma ed esce la romanticissima “Reality” che tutti noi chiameremo: “il pezzo de Il tempo delle mele” e sono quelli più trandy la chiameranno, sbagliando ovviamente, “Dreams Are My Reality” come il primo verso della canzone. Una porcheria assoluta (con tutto il rispetto per il compositore Vladimir Cosma), ma che in quel momento ci fece capire come era possibile, indossando un paio di “cuffiette” (sì perché le cuffie che conoscevamo noi erano giganti e pesanti mentre quelle del Walkman, piccole, leggere e delicate), estraniarsi dalla realtà e liberarsi in un mondo tutto nostro dove la musica, la nostra musica, diventava l’unico interlocutore privilegiato dei nostri stati d’animo.

Ora la Sony è pronta a lanciare sul mercato nuovamente il Walkman. Ma non sarà un apparecchio per giovani squattrinati. E’ un lettore che costerà, dicono, intorno ai mille, mille e ducento euro ma non trametterà file mp3 ma audio wav e aiff e questo significa: grande qualità. La cosa che non torna però è un’altra: dopo anni che le nostre orecchie si sono abituate ad ascoltare musica di qualità (audio) mediocre, con mp3 scaricati da internet e costipati nella stiva dei nostri lettori, saremo capaci di capire la differenza di qualità? E a 1200 euro, chi se la potrà permettere tutta questa qualità? Ed infine, speriamo che non ci tocchi un altro Tempo delle Mele!

Domande a parte, resta il ricordo romantico di questo apparecchio ed un grande pezzo dei Dire Straits, “Skateaway” con la modella del video che pattina con il Walkman facendoci dimenticare velocemente la musica de “Il tempo delle mele” e aprendoci ad una qualità molto più alta.