Il Pd decida cosa fare con il sindaco di Salerno

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E’ ora che il Pd si dissoci, senza se e senza ma, dal sindaco di Salerno. Non solo rispetto alla sua frenesia di ricandidarsi a Governatore della Campania, ma soprattutto alle sue idee su sicurezza, emigrazione e libertà dei cittadini di dire chiaro e tondo quello che pensano di lui e della sua gestione. L’idea del magazine milanese “Panorama” di fare di Salerno un simbolo del “Rinascimento italiano” e per questo di inserirla nella kermesse di quattro giorni (dal 19 al 22 prossimi) dal suggestivo titolo  “Panorama d’Italia- Tutto il meglio visto da vicino” – al di là delle buone intenzioni degli organizzatori, è stata subito colta dal sindaco nel tentativo di spostare su un piano puramente mediatico i problemi reali della città di Salerno. In cui tutti parlano per sentito dire, tranne uno che potrà dire quello che vuole senza essere mai contraddetto. Questo rischio c’è. Meglio saperlo per non farsi eccessive illusioni. Continua in città infatti il tentativo di spostare il piano della discussione, da quello che nella realtà si vede, al “surreale” di cui è intrisa una certa narrazione dei fatti. I problemi di Salerno appaiono oggi tanti e tali da rendere illusorio e fuorviante pensare si possano affrontare e risolvere senza entrare nel merito delle questioni. Salerno è una media città del Sud dove da anni si edifica oltre ogni bisogno e decenza. Non c’è una sola valida ragione per continuare a fare questo. C’è da augurarsi che i grandi mezzi di informazione nazionali ci dedichino presto la loro attenzione, aiutandoci a conoscere quello che noi stessi credevamo di sapere, e invece sapevamo male o non sapevamo affatto. In questi anni la città si è chiusa in se stessa, ha rifiutato il confronto di idee tra i cittadini. E non lo ha cercato con le realtà nazionali e internazionali che vantavano grading migliori delle nostre. Da mesi siamo impantanati in una discussione che va avanti a passo di gambero. Ce la farà o no il sindaco ad ottenere l’investitura di candidato alle regionali 2015 da parte del proprio partito che è il Pd? Un dibattito in cui il singolo non sembrava rendersi per nulla conto delle ragioni del partito e questo stentava ad afferrare quelle di una certa opinione pubblica sensibile ai temi della legalità e della democrazia. Andiamo avanti così da mesi. Ma non è che la realtà dei fatti sia povera di indicazioni. Tutt’altro. Nei giorni scorsi c’è stata una disputa sul contenuto ideologico delle questioni per le quali il sindaco e 22 altri indagati sono stati rinviati a giudizio sul progetto cardine della Trasformazione Urbana di Salerno. Dimenticando che questa non è la sola disavventura giudiziaria in cui è incappato il Major. Perché egli attende a breve la sentenza di primo grado del processo dov’è imputato del reato di peculato, con richiesta di condanna a tre anni. A breve arriverà anche la sentenza di appello sulla sua decadenza da sindaco. Il processo Sea Park è tuttora in corso (qui però il sindaco ha rifiutato la prescrizione). C’è un avviso di garanzia per la Variante di 8 milioni sempre riguardo al Crescent. Un filone d’inchiesta sul fallimento Amato lo vedrebbe indagato (ma il difensore smentisce) di altro grave reato. E mentre questo accade, e di questo si vorrebbe parlare (coraggioso il richiamo ieri al tema da parte dell’avvocato Troisi, alla presenza del Procuratore Lembo, nell’aula Parrilli gremita di avvocati), parte la campagna di “distrazione di massa” annunciata e voluta dal Commander: luci della Ribalta e Kermesse anch’esse “illuminate”. Mentre nuove “gemme” si aggiungono al repertorio di minacce del sindaco del Ri-rinascimento, ultima l’invito ai giornalisti a non documentare il degrado della città ma a chiedere al Comune di “fucilare alla schiena i cafoni che devastano le opere pubbliche”. Rien ne va plus. Se il Pd vuole continuare a mettere la testa sotto la sabbia, si accomodi pure.