Il numero 10, c'era una volta

C’era una volta il numero 10. Il calciatore dotato di tecnica superiore a gli altri compagni. Colui che sapeva inventare, risolvere le partite quando il risultato non lo si riusciva a sbloccare. Il numero 10, il calciatore che faceva accorrere più gente allo stadio, perché solamente la sue giocate valevano il prezzo del biglietto. Il numero 10, l’uomo intorno al quale si costruiva la squadra: parecchi gregari e al massimo tre calciatori bravi a far fare il salto di qualità a tutta la compagine. Era tanta roba, scene da film romantico di un calcio che si ascoltava, si attendeva, con un sentimento identitario molto forte che superava elegantemente qualsiasi tipo di risultato. Era tanta roba, certo. Come quella accaduta in soli dieci giorni a Salerno con i granata chiamati a giocare tre volte in soli sette giorni. Quattro punti in tre gare. Una sconfitta casalinga contro lo Spezia, squadra che sarà protagonista del campionato, un punto a Pescara in dieci uomini e tre punti nello scontro diretto all’Arechi contro una Ternana diretta concorrente per la lotta alla salvezza. Almeno per ora, speriamo. Tanta roba, certo. Spunti di riflessione importanti per una squadra ingenua, che rimane nuovamente in dieci uomini, eppure gli uomini di Torrente dovrebbero avere dalla loro parte almeno l’esperienza. Una squadra che se presa in velocità va sistematicamente in affanno a centro campo. Chissà se almeno per ora non sarebbe opportuno rivedere lo schema di gioco, provando a coprire con qualche uomo in più la zona nevralgica del campo. Torrente rifletta su questo punto. Son successe tante cose, forse qualcuno pensava dopo il derby vittorioso con l’Avellino di far man bassa anche di altre squadre. Sbagliato, la serie B è tutt’altra cosa. Lo sanno bene, però, i tifosi. Una parte di essi, la storica Nuova Guardia, ha deciso di sottoscrivere la tessera del tifoso perché alla Salernitana in trasferta non sanno più rinunciare. Idea legittima come quella di coloro che proseguono la loro protesta anche o soprattutto contro il famoso articolo 9. Ma a dire il vero siamo già tutti schedati, e quando andiamo allo stadio possiamo sottoscrivere il biglietto presentando il documento d’identità. Se si vuole fare la lotta al calcio moderno, al sistema, basta semplicemente non portare più soldi nelle tasche dei giostrai. Segna solo Gabio, dice qualcuno. I goal però stanno arrivando anche dai difensori. Per il momento le polveri bagnate sono quelle degli attaccanti. Allora basta vedere la classifica dei marcatori per rendersi conto che sono pochissime, nemmeno cinque, le squadre che possono vantare due uomini nei top ten di questa speciale graduatoria. Ecco allora che viene fuori il numero 10, quello capace di fare qualcosa in più degli altri. Quello che per il momento, anche se in coabitazione, guida la classifica dei capo cannonieri. Canta la curva sud Gabionetta fa goal.