Il danno sùbito da chi è aggredito

Nei giorni scorsi il quotidiano Il Mattino ha pubblicato una lettera della signora Immacolata Carosone, la mamma di Alessandro Riccio, il diciottenne napoletano che lo scorso 11 agosto, insieme al suo amico, il diciassettenne Emanuele Scarallo, viene investito mentre era alla guida di uno scooter da un’autovettura Smart, con a bordo una coppia di fidanzati che, secondo la ricostruzione tutt’ora di nostra conoscenza, erano stati rapinati dell’iPhone qualche istante prima proprio dai due amici. I due muoiono sul colpo. Tutti ricorderete, poi, il video pubblicato sulla pagina web del quotidiano, https://www.youtube.com/watch?v=kOBNjNIA8kw, che ci ha consentito di vedere i dettagli dell’accaduto. Il resto è cronaca che i media continuano a raccontarci.
La missiva della Carosone, “che non è una donna di cultura, ma donna del popolo”, ha evidenziato tutto il dolore, comprensibile, di una madre costretta a guardare attraverso un video la morte di quel bambino che “ha allattato, tenuto tra le braccia, per l’azione di un “criminale” che ha ritenuto che la vita di un ragazzo valesse di meno del cellulare rubato”. Certo, se la ricostruzione che conosciamo è quella giusta, Riccio e Scarallo, entrambi con precedenti penali contro il patrimonio, hanno commesso una rapina a mano armata, preso il telefono cellulare per poi darsi alla fuga. Ovvio, un telefono cellulare non vale la vita di due persone, ma se ci svestiamo degli abiti di un inutile buonismo, ci siamo mai chiesti i danni psicologici che subisce e si porterà con sé, per tutta la vita, chi ha subito una rapina, vedendosi puntare una pistola in faccia? Utilizzare il buon senso mettendosi dalla parte della vittima non fa male. Domenica scorsa, dopo la pagliacciata messa in scena sul prato dell’Arechi dalla Nocerina, dirigenti compresi, e i deprecabili comportamenti dei suoi tifosi, ci vogliamo domandare che danno quei comportamenti causeranno nei giovanissimi che praticano questo sport o, più semplicemente, vorrebbero seguirlo dalle gradinate dello stadio eludendo il glaciale teleschermo? Si tratta di un danno devastante e sicuramente non quantificabile. I signori del calcio, e dirigenti come il duo Macalli-Ghirelli questo conto non lo hanno fatto ma immediatamente hanno pensato a difendere il proprio operato.
A Catanzaro la Salernitana ha raccolto un punto cacciando fuori denti, artigli e attributi. Sarebbe stato meglio non commettere, come al solito, alcune ingenuità. Una partita piena di emozioni che, in alcuni momenti, mi ha ricordato un 3 a 3 raccolto dai granata in quel di Ancona. Era quella la squadra di Delio Rossi, come andò a finire quel campionato di serie cadetta ce lo ricordiamo tutti.
Con un carattere del genere, d’ora in avanti battere la Salernitana, alla quale urgono rinforzi, credo sarà veramente difficile.