Il calcio che ci piace

Abbassiamo i toni, moderiamo gli interventi, troppo spesso a gamba tesa. Il calcio non può essere questione nazionale. Non possiamo assistere ad un’interrogazione parlamentare perché un incontro di serie A, quello tra Juventus e Roma, ha visto l’arbitro commettere parecchi errori. La crisi costruita a tavolino dai tecnocrati, i suicidi degli imprenditori e “il terzo mondo” che si spinge verso l’occidente superando di gran lunga gli esodi biblici, e poi i tagliatori di teste, i governi nazionali che fanno la guerra per muovere l’economia non possono essere considerati avvenimenti di secondo piano a causa di disavventure calcistiche. Se questo è l’orientamento nazionale, non possiamo però lamentarci se poi anche in periferia volano calcioni che ci obbligano ad assistere a risse da pronto soccorso, quando qualcuno più manesco si preoccupa che il nuovo arrivato, vestito meglio, possa ricevere un trattamento migliore ed immediato dai medici. Se la palla che in ventidue rincorrono sul rettangolo verde provoca tanto clamore, o disattenzione dalle problematiche quotidiane non dobbiamo meravigliarci se anche il trainer rossonero De Zerbi non rilascia interviste “illuminanti” come, a dire degli addetti ai lavori, erano le sue giocate al centro del campo. Basta, ritorniamo seri. Il calcio che vogliamo è quello che sa essere soprattutto disciplina educativa e solidale. Ci piace quanto sta accadendo per sostenere la causa del giovane Armandino, che ha bisogno di cure per vincere la partita più importante che gli permetterà di vivere come tutti quanti desideriamo fare. Per questo va lodato il comportamento della tifoseria granata, ma in egual misura va fatto un plauso per quanto sta facendo la tifoseria casertana con la dirigenza e con il salernitano Robin Boris Grani, che ha messo insieme le due realtà. Il prossimo 20 ottobre a Caserta, presso la pizzeria “I Masanielli” di Francesco Martucci, salernitani e casertani ceneranno insieme, per devolvere il ricavato alla famiglia di Armandino un bimbo di sei anni affetto da sarcoma di Ewing. Questo è il calcio che ci piace, capace di mettere da parte storiche rivalità. Questo è il mondo che vogliamo.