I tre poteri delle mafie

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Leggendo il libro intervista di Zygmunt Bauman ed Ezio Mauro, Babel, mi sono accorto che in un passaggio il sociologo della liquidità ritrae involontariamente la modernizzazione mafiosa italiana e, per induzione, quella di tutti i paesi che hanno forme di criminalità di lungo periodo. Che cosa scrive Bauman? «Con l’uso della forza, le persone possono essere costrette a fare ciò che altrimenti preferirebbero non fare. Con l’uso del denaro (una grande quantità di denaro), le persone possono essere indotte a fare ciò che di per sé non farebbero se non fossero corrotti. Con l’uso della seduzione le persone possono essere convinte a fare qualcosa per il semplice piacere di farlo. Il primo potere punta, e poggia la sua efficacia, sull'istinto umano di sopravvivenza (fisica o sociale). Il secondo sulla rapacità e l’avarizia umana. Il terzo, sull'appetito umano del piacere. Tutti e tre i tipi di poteri possono essere dispiegati, e sono di fatto dispiegati, nella manipolazione delle probabilità di obbedienza o resistenza dei soggetti alle preferenze e alle intenzioni dei detentori del potere». In un primo momento mi è parso che l’uso della forza sia riferibile alla prima fase storica delle mafie (come prolungamento della civiltà feudale), l’uso del denaro ad una seconda fase caratterizzata dalla ricchezza generata dal narcotraffico e l’uso della seduzione ad una terza fase, quella attuale, coincidente con l’espansione in contesti estranei al tradizionale radicamento mafioso. Poi riflettendo meglio mi sono reso conto che la peculiarità delle mafie, e anche la loro complessità, sta nella capacità di far agire simultaneamente i tre poteri nell'intero arco bisecolare della loro storia. Anzi questi tre elementi sono i pilastri portanti di una capacità adattiva di lungo periodo: il mutare delle condizioni viene inglobato all'interno di una struttura che metabolizza gli elementi di novità senza alterarne il substrato culturale.

Le mafie hanno integrato, rielaborato e riadattato i modelli criminali adeguandoli al progredire della società dei consumi e dei mezzi di comunicazione di massa. La capacità adattiva ha consentito alle mafie di superare indenni i diversi passaggi storici con una continua oscillazione tra arcaismo e modernità. Il processo evolutivo non è stato lineare ma ha intessuto le caratteristiche della fase precedente con quelle della successiva, concependo una coesistenza di permanenze e trasformazioni che mescola società, economia e cultura in un unico amalgama. Sono sistemi duali che attraggono poli opposti: come un pendolo oscillano con moto perpetuo tra contesti distanti, intermediando e collegando oggetti apparentemente inconciliabili e contrastanti. In ambito istituzionale la perpetua oscillazione ha coniugato monarchia e repubblica, Stato e società, potere e consenso, ordine e disordine, centralismo e decentramento, unità e frammentazione. Nella definizione degli assetti sociali ha saldato campagna e città, latifondo e quartiere, borghesia e plebeismo, alfabetismo e analfabetismo, classismo e popolarismo, materiale e immateriale. In economia ha congiunto pubblico e privato, monopolio e concorrenza, capitalismo e mercantilismo, industria e commercio, produzione e finanza, holding e franchising. Le mafie, oscillando come un pendolo, entrano in contatto con molteplici sfaccettature del prisma sociale assorbendole senza eliminarle, alternandole senza escluderle. Sono organismi viventi in constante mutazione, capaci di avanzare e crescere senza rinunciare alle tradizioni del passato, all'insegna di una continuità che ha ragione di essere solo se è adattabile agli scopi delle organizzazioni criminali. Una forte organizzazione mafiosa, pur divenuta transnazionale, avrà sempre bisogno di un robusto radicamento territoriale. Dovrà, inoltre, continuare a strumentalizzare il patrimonio della cultura popolare per ottenere consenso dalle fasce marginali e avvalorare l’immagine di una mafia ancorata al passato, fondata su saldi principi poco duttili alla modernizzazione, in modo da allontanare da sé ogni allarme sociale ed occultare le relazioni con le alte sfere della finanza, della politica e delle istituzioni. La mutazione pendolare che ingloba e tiene unite coppie tematiche divergenti, Stato e Mercato, localismo e globalizzazione, tradizionalismo e modernità, è determinata proprio dall'attitudine a intrecciare forza, denaro e seduzione adeguando i tre poteri ai diversi mutamenti congiunturali. Da qui deriva una sovrapposizione con l’ordinamento statale che condiziona la mentalità collettiva e le relazioni comunitarie secondo un certo stile di vita e una specifica raffigurazione della realtà.