Hanno vinto gli italiani

italianiHanno vinto gli italiani. I quali sono divisi, come sempre, dai tempi dei guelfi e ghibellini ma quando occorre, scendono in campo e vincono. Hanno vinto gli italiani che amano la costituzione, una carta che è uscita dalla sciagura del fascismo, macchiata ancora del sangue dei morti, e che ha scritto regole marchiate a fuoco per una comunità democratica che voleva risorgere dalle ceneri. Ha vinto l’Italia dei partigiani, quelli che ancora ci onorano della loro vita e quelli che non hanno perso la memoria delle loro lotte sulle montagne e nel fango contro i fascisti e i nazisti. Ha vinto l’Italia della Resistenza, non solo quella storica ma quella che si fa ogni giorno nelle trincee dell’esistenza, per incrociare lo stipendio con le spese, le file per la pensione, l’affitto per il figlio che studia lontano o all’estero. Hanno vinto le donne, contro il sessismo di chi le insulta, le offende o le uccide; hanno vinto gli zampognari contro le luci di artista e di chi trova immondo spendere novemila euro per una madrina dalle belle curve. Ha vinto chi ama la frittura di pesce ma la vuole asciutta e fragrante e non unta di pratiche illecite di chi per una manciata di soldi si vende l’anima. Hanno vinto i tanti che non hanno incarichi per i figli ma devono mandarli lontano, magari si sono indebitati per un titolo di studio che oggi vale carta straccia e vedono i figli nei call center, nei bar o nei ristoranti o in possesso di un voucher. Hanno vinto quelli che hanno subito le tutele sempre più decrescenti e il lavoro che non per loro non c’è, c’è sempre per i figli dei ministri, dei deputati, degli assessori e per le loro mogli, nipoti e fidanzate, con posti alle Università, nei Ministeri, nelle Regioni, nei Comuni, nelle municipalizzate, nei giornali, posti a vita con stipendi da favola. Hanno vinto quelli che hanno visto un giovane di belle speranze  a cui pure si era data fiducia, disperderla in poco tempo con promesse da marinaio di Rignano sull’Arno e rottamare i vecchi per sistemare gli amici nei posti chiave, in una Rai peggiore della peggiore democrazia cristiana e una carta costituzionale, in nome delle riforme,  resa carta straccia. Hanno vinto quelli che pensano che il passato va rispettato perché è un utile attrezzo per il futuro e che per cambiare la costituzione bisogna andarci piano, mettere insieme tutti gli italiani e non una parte contro l’altra. Hanno vinto quanti pensano che il potere non si conquista "frijenno e magnanno" o con la propaganda ma con le azioni vere che incidono sulla vita delle persone e la rendono migliore, ogni giorno, giorno dopo giorno. Hanno vinto quelli che pensano che la sanità buona deve essere a portata di mano e avere costi sostenibili, per sé per la propria famiglia e non rimpinguare le Asl e gli ospedali di raccomandati e protetti. Hanno vinto coloro che pensano che il potere serva a fare delle cose giuste e non ad aumentare il potere per aumentare le clientele, gli apparati, le caste, le consorterie degli amici degli amici. Hanno vinto quelli che pensavano che il PD fosse un partito di sinistra  che sta dalla parte dei deboli e non una lobby che si accorda con i poteri  forti, con le banche, con Verdini,  e con la peggio feccia dei politicanti locali. Hanno vinto quelli che non vogliono sventrare strade e luoghi storici per farne parcheggi, centri commerciali, palazzi per far arricchire i soliti noti con i soldi delle nostre tasche. Ha vinto l’Italia della ragione e non della pancia che ha votato No contro la concentrazione dei poteri economici e finanziari che hanno bisogno di costituzioni e di democrazie deboli. Ha vinto chi ha capito che l’ostinazione del premier a fare del referendum una battaglia personale non era solo per garantire la propria leadership ma anche un patto per rafforzare, con il consenso del paese, l'esercizio di un potere senza più controlli, reni e ostacoli. Ha vinto chi ha visto svuotare a poco a poco i partiti, le garanzie e le tutele per rafforzare un establishment che ha i piedi di argilla e le ore contate in tutto il mondo. Hanno tentato di frenarci impaurendoci, allarmandoci, dipingendo scenari apocalittici su che verrà dopo. Forse verrà il caos o forse una seria ricostruzione delle regole civili, ma se avesse vinto il si, sappiamo che avrebbe perso la democrazia. Gli italiani lo hanno capito e sono corsi a difenderla.