Good bye Nairoby... di Sergio Musungu Mazza

E' qui che mi trovoJambo!
Ieri si è chiusa la prima parte del mio viaggio, e oggi è iniziato il lungo e articolato trasferimento verso la missione!
Di Nairobi, rispetto alla mia prima esperienza “africana” ho approfondito usi e costumi, soprattutto girando ho avuto modo di fare conoscenza con diverse persone, e di capire un pò di più la realtà di questa grande città...
Difficile riassumere tutto in poche righe, ma farò del mio meglio...
La prima cosa che salta agli occhi, spostandosi da una parte all’altra della città, è quanto sia larga la forbice tra ricchezza e povertà in questo paese...
I ricchi sono davvero ricchi, e lo diventano di più giorno dopo giorno, mentre i poveri, al contrario, diventano sempre più poveri... allo stato questi ultimi sembrano non interessare, e la città così vive spaccata in due... si passa da centri commerciali stralussuosi, nelle Westlands (zona periferica, principalmente residenziale), dove è normale vedere ragazzine di 14-15 anni, soprattutto di origine indiana (gli indiani negli ultimi anni hanno invaso la città aprendo attività commerciali ed imprenditoriali di ogni tipo) sedute ai tavoli dei bar, vestite con abiti di marca, e sempre tra le mani l’immancabile i-phone o qualche altro smartphone di ultima generazione, a zone dove la gente vive veramente di stenti, si cucina quel che si può in mezzo alla strada e la miseria, accompagnata dalla sporcizia, la fa da padrone... tutto questo si amplifica ancora di più negli Slum, vere discariche a cielo aperto, abitate da centinaia di migliaia di persone (la sola Kibera, 3 kmq, fa 1.000.000 di abitati, circa un terzo dell’intera città);
nel mezzo c’è il centro città, il frenetico CBD (City Business District) dove il traffico regna sovrano a qualsiasi ora, grattacieli moderni si alternano a edifici decadenti, e gente di ogni tipo si mescola in un mix difficile da decifrare...
Tutto questo, sinceramente, mi ha messo una grossa tristezza, difficile accettare che le cose vadano così e non ci sia un modo di “raddrizzarle”, e parlando con gente del posto la risposta è sempre la stessa: “è la classe politica che vuole questo, dando sempre più potere ai ricchi e togliendo diritti ai poveri”... che strano, questa cosa sembra stia succedendo anche in Italia... stai a vedere che rischiamo di fare la stessa fine!
Altra cosa raccapricciante è la corruzione, tangibile, delle forze dell’ordine... ma di questo ne parlerò più avanti...
Ora sono a Nanyuki, una cittadina molto tranquilla ai piedi del Monte Kenya, 3 ore a Nord di Nairobi, in attesa che il Prete della missione in cui devo dirigermi, Padre Leonardo, venga a prendermi... Quando? ora volete sapere troppo, non lo so nemmeno io, lui è a Niyeri, una cittadina non lontana da qui, ad accompagnare un gruppo di Samburu che necessitava di un intervento agli occhi, e così io sono da ormai 4 ore abbondanti ad aspettarlo con i miei “preziosi” borsoni a farmi compagnia. Qui ci sono arrivato con i famigerati “Matatu”, mettendo la mia vita nelle mani di un autista folle che correva con un mezzo che in italia difficilmente potrebbe circolare, a velocità impensabili, tra l’altro con strada bagnata...
Nanyuki vive fondamentalmente di una economia basata sulle vendite, sia ai turisti, che la usano come base per i trekking verso il monte kenya o le escursioni verso il Laikipia Plateau, uno dei siti di salvaguardia della fauna più famosi di tutta l’africa, sia ai militari inglesi e ai piloti della Kenya Air Force, per via delle basi nelle vicinanze... Questo ne fa una città abbastanza moderna rispetto agli standard della zona, sicuramente trasformata rispetto a 2 anni fa... mi ha sorpreso la quantità di bianchi in città, sono davvero tanti i turisti che fanno escursionismo sul Mt. Kenya, la seconda vetta + alta dell’Africa dopo il Kilimangiaro. Ovviamente i turisti arrivano da ogni parte del mondo tranne che... dall’ Italia :-) il turista italiano sembra prediliga le più comode ed assolate spiagge bianche della costa...
Altra caratteristica di questa cittadina è l’esser situata solo a 3 km dalla linea dell’equatore.
Oggi mi sono dilungato un pò, visto che sono qui seduto al tavolino e tanto altro da fare non c’è, spero di non avervi annoiato...
Da domani inizierà la fase della missione che mi sta più a cuore, quella tra i Samburu, quella tra i “miei” bambini, quella dove il mio linguaggio sarà quello del gioco e del minibasket in particolare... non vedo l’ora!

Kwa heri, rafiki!