Fuga per la vittoria

Ce lo ricordiamo tutti quel celebre film “Fuga per la vittoria” diretto dal regista John Huston. Su un campo di calcio francese si sfidavano la compagine composta da ufficiali tedeschi e quella degli ufficiali Alleati prigionieri. Seconda guerra mondiale, mentre si combatte i nazisti pensano di far propaganda per aumentare il consenso. Addirittura la rivista Rolling Store lo colloca al ventunesimo posto di una classifica dei migliori film sportivi della storia del cinema. Il film si ispira alla “partita della morte”, un incontro tenutosi a Kiev il 9 agosto del 1942 tra una mista di calciatori di Dynamo e Lokomotiv e una squadra composta da ufficiali dell'aviazione tedesca Luftwaffe. Ma questo film è qualcosa di speciale, il cast degli Alleati è d’eccezione: Pelé, fuoriclasse brasiliano tre volte campione del mondo (1958, 1962 e 1970); Bobby Moore, capitano della nazionale inglese campione del mondo nel 1966; il belga Van Himst, il polacco Deyna, l'argentino Ardiles campione del mondo nel 1978, tutti leader delle rispettive nazionali, e altri ancora. Sylvester Stallone interpreta un soldato canadese catturato durante il raid su Dieppe più avvezzo al football canadese che al calcio, portiere dallo stile molto grezzo, che a più riprese chiede a Colby quale sia il giusto piazzamento sul corner, ma che all'ultimo minuto parerà il decisivo rigore che avrebbe permesso ai tedeschi di vincere la partita. Al termine del primo tempo i calciatori Alleati dovrebbero fuggire grazie a un tunnel realizzato dai resistenti parigini che spunta proprio al centro dello spogliatoio. La partita è ferma sul risultato parziale di 4.-1 per i tedeschi, ma a questo punto i calciatori Alleati rifiutano di scappare, perché sono convinti di poter ribaltare il risultato e di vincere così la partita. E’ una questione di orgoglio: “Se scappiamo ora, perdiamo più che una partita”, questo è il parere di Luis Fernandez (Pelè), ridotto male da molti colpi ricevuti durante la prima frazione di gioco che lo hanno obbligato, momentaneamente, ad abbandonare il campo. Così si ritorna sul rettangolo di gioco, con gli Alleati che mettono a segno altre due reti e quando l’arbitro annulla quella del possibile pareggio per un presunto fuorigioco, Luis Fernandez (Pelè) decide di rientrare in campo proteggendosi il petto con un braccio e, su un cross di Brady, si esibisce in una spettacolare rovesciata che infiamma il pubblico e porta le squadre in parità sul 4-4. Poi c’è ancora tempo per un rigore, inesistente, concesso dall'arbitro a favore dei tedeschi all’ultimo minuto che sarà parato dal portiere Robert Hatch (Sylvester Stallone). Giunti a questo punto del campionato non conta sorprendersi dei tanti risultati strani, non è necessario, come si diceva un tempo, ascoltare alla radiolina ciò che accade sugli altri campi e nemmeno inveire contro l’ “in”giustizia sportiva con i punti di penalizzazione restituiti al Lanciano. Piuttosto bisognerebbe riflettere su quanti punti sono stati gettati alle ortiche durante il campionato dai granata. Ma adesso non c’è più tempo. In quel di Cagliari capitan Pestrin, insieme ai senatori Moro e Bernardini tengano bene a mente la grinta che ci mette in questo film il brasiliano Pelè e tengano bene in mente che “Perdere ora, vuol dire perdere più che una partita”. Il resto facciamolo fare ai due gemelli del goal Coda e Donnarumma.