Eventi, la grande abbuffata alla tavola della principessa Costanza

teggiano_7Stando alle nostre simpatiche cronache, sembra che gli eventi in Campania appena finanziati dalla Regione siano targati Pd e Udc e sarebbero il risultato dell’effetto De-De (De Luca & De Mita). Pare infatti che i sindaci di questi partiti abbiano avuto la meglio e si siano ritagliati la fetta migliore della torta. Al secondo posto c’è invece  la “linea d’ombra” di parentopoli, fratelli, sorelle e fraticugini, che da  Teggiano lambisce Salerno e arriva fino a Napoli; d’altra parte dopo l'assessorato dinastico trasmesso da padre in figlio, non c’è da meravigliarsi più di tanto. Poi ci sono i mistici e i silenziosi; come Valiante che a Baronissi è convinto che le vie del Signore sono infinite e visto che ha usato la maiuscola di sicuro si riferisce a De Luca; o come il taciturno Alfieri sindaco di Agropoli e consulente di De Luca che  per ora tace, certo che le vie del signore passano anche da Agropoli.  E infatti il Signore di Santa Lucia che è buono e misericordioso e soprattutto non vuole scontentare i suoi grandi elettori,  ha già ordinato di scorrere la graduatoria. La verità è che tutti si abboffano alla tavola della principessa Costanza  - come potremmo soprannominare la Regione Campania-  e se qualcuno non è riuscito a prendere qualcosa è porchetta_0solo perché il buffet è troppo affollato. L’assessore Matera che dopo la gaffe dei soldi alla proloco di Teggiano diretta dal fratello,  sta certo passando un brutto quarto d’ora, dà la colpa alla commissione,  fedele alla linea che è sempre colpa di qualcun altro ma le commissioni sono decise dai dirigenti, sono dipendenti regionali che tengono in ordine le carte, tutt’al più fanno una valutazione sulla base dei punteggi ma poi è l’intricato apparato politico-burocratico che decide. Perché nulla in Regione si può decidere, senza che passi per la politica e per qualche potente dirigente che "orienta", accelerando o  rallentando,  le decisioni; è sempre stato così, ancor più oggi lo è con De Luca e in ogni caso un assessore può anche allontanare un dirigente, se vuole. Come se ne esce dal diabolico sistema? Qualcuno (come il produttore cinematografico Luciano Stella oggi su La "Repubblica" di Napoli) propone di dar vita ad un comitato di saggi competente e indipendente  ma sarebbe un comitato nominato dai politici ai quali ciascuno dovrebbe rispondere. Insomma è un serpente che si morde la coda visto che esiste già un Comitato con funzioni di sorveglianza e accompagnamento dell'attuazione dei nuovi Programmi operativi anche se non si è capito cosa sorvegli. Il problema non si risolve con un comitato ma distinguendo una volta per tutte la programmazione europea -  la quale ha determinati obiettivi - dalla programmazione ordinaria dei comuni. E’ inutile infatti entrare nel merito del maggiore o minore rilievo internazionale di questo o quell’evento; dal sistema dei punteggi è stato finanche abolita la figura del direttore artistico ,  non esiste alcun parametro effettivo di competenza come non esiste alcuna effettiva valutazione ex post dei progetti. Ogni Comune decide quale evento promuovere,  a quale dedicare risorse,  come e con chi organizzarlo e in un piccolo comune dell’entroterra o della costa si finisce con l’intrattenere i turisti con eventi popolari e  di scarso profilo. Lo stesso tetto indicato dal bando (prima di duecento e poi ridotto a centocinquantamila euro) obbliga alla frantumazione delle risorse perché più alto è il tetto più si restringono i beneficiari. Una programmazione europea con un budget di sei milioni e settecento dovrebbe prevedere non più di cinque-sei iniziative di eccellenza, selezionate su parametri di alta GustaMinoriqualità, secondo competenze oggettive e riconosciute, con programmi qualificati affidati a staff professionali nei quali il Comune dovrebbe tutt’al più essere un partner. La Regione dovrebbe limitarsi ai suoi compiti di indirizzo individuando su quali territori agire, in quali è necessario incentivare flussi turistici, in quali stagioni dell’anno e subordinare i finanziamenti a risultati oggettivi con vere valutazioni quanto a turisti, incassi, occupati, incremento dell'economia locale e su una vera effettiva “risonanza internazionale”.   Un bando dovrebbe  essere una stringata cornice emanato  almeno un anno prima in modo da dare il tempo ai territori di attrezzarsi visto che i programmi internazionali non si possono organizzare all'ultimo minuto e  dovrebbero servire  a superare il gap di quegli stessi territori rispetto all’Europa. Tutto il resto, la miriade di eventi estivi e natalizi  fanno parte dell' attività ordinaria dei Comuni che nella nostra regione - salvo rari casi- non sembrano in alcun modo attrezzati per una programmazione culturale europea. Magari hanno imparato a compilare i moduli insieme ai tecnici, ma i contenuti sono di là da venire. L’alternativa sarebbe lasciare le competenze per la cultura  alla Commissione europea salvo per quelle regioni virtuose che abbiano dimostrato di saper usare i fondi con risultati concreti quanto a crescita economica, occupazione e sviluppo. Ma figuriamoci. L’unico modo per stoppare questa deriva dei finanziamenti a pioggia sarebbe una cura omeopatica, l'intervento stesso della politica, almeno quella che vorrebbe avere ancora qualcosa da dire, che indichi correttivi e contromisure o che almeno alzi la voce da una qualche opposizione. Ma stranamente sulla cultura, sulla spesa e sugli eventi, su questo scempio di denaro pubblico,  a cui assistiamo ogni anno, sia la Sinistra che il Movimento 5 stelle sembrano non avere alcun interesse; così sperare che l’allegro carrozzone dei politici campani abbandoni la greppia senza una spinta energica, resta una pura illusione.

 

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