E' arrivata la pioggia, di Sergio Musungu Mazza

Piove, piove tanto in questi giorni, quasi tutti i pomeriggi, e allora perchè non prendere spunto da ciò per il mio diario quotidiano?
Come già vi ho scritto nei giorni scorsi, questa è una zona molto arida dell’Africa, dove le piogge si concentrano generalmente in 2 mesi l’anno, e per il resto c’è tanto sole e tanta siccità...nel 2011 addirittura l’acqua è arrivata a mancare per 18 mesi, tanto che è stata dichiarata una vera emergenza... spesso non ci pensiamo, ma l’acqua è più indispensabile del cibo stesso, perchè dall’acqua “nasce” cibo, e viceversa invece no!
Qui l’acqua che arriva dal cielo si beve, e quando scarseggia si deve ricorrere ai pochi corsi d’acqua della zona... la stessa acqua viene usata per la pulizia personale, per cucinare, per lavare i panni! Ma l’acqua serve principalmente per far crescere quel po’ d’erba che serve a nutrire gli animali (principalmente capre, vacche, asini e cammelli). Non è raro incontrare donne in prossimità di fiumi asciutti scavare nel terreno buche profonde anche più di un metro alla ricerca di questo bene tanto prezioso. E per questo motivo che l’attenzione di molte associazioni umanitarie è stata rivolto alla creazione di pozzi o pompe di pescaggio dai fiumi. Proprio qui vicino, ad una decina di km, passa la Seya, uno dei maggiori corsi d’acqua della zona, e gruppi di volontari italiani hanno fatto in modo da riuscire a costruire una pompa che garantisce l’acqua alla missione! Un pozzo poi è stato ultimato pochi mesi fa, sempre ad opera di nostri connazionali, e l’acqua arriva così in città, e viene venduta al costo di 5 centesimi circa al litro (soldi che servono alla manutenzione della pompa stessa, e del diesel che attiva la pompa).
Parliamo di un bene così prezioso, quello della pioggia, che il sostantivo più comunemente usato dai Samburu per far riferimento a Dio è proprio NKAY, ossia pioggia.
Il collegamento è ovvio, pensando alla loro economia: è un popolo di pastori come vi ho detto, e quindi sono portati a sfruttare l’ambiente che li circonda con gli animali. La “spina dorsale” della loro economia è il bestiame, che rappresenta la maggior fonte di cibo e di altri sottoprodotti (latte in primis) da cui dipende il sostentamento della popolazione. Tra Samburu e animali esiste un rapporto di simbiosi espresso efficacemente dal detto “uno trae vita dall’altro e viceversa”. Infatti al bestiame è rivolta la massima attenzione ed energia, nel tentativo di assicurarsene il benessere. Questo porta le persone a condividere un’intimità con la natura ed i suoi cicli che caratterizza tutto il loro modo di vivere. E proprio per questo motivo la pioggia costituisce uno degli elementi più vitali, se non il primo in assoluto, ai fini della loro esistenza e sopravvivenza. Senza pioggia la fame è una dura realtà, la terra ha sete, il suolo inaridisce e gli uomini devono cominciare a vagare in cerca di acqua; le condizioni degli animali quindi peggiorano, ed i loro piccoli, malnutriti, diventano soggetti ad ogni malattia.
Quando cade la pioggia, invece, proprio come in questi giorni, tutto sembra prendere vita: l’erba rinvigorisce, la savana torna a diventare verde, il bestiame prospera e la terra si rinfresca. E così la vita si moltiplica... Per i Samburu l’arrivo delle piogge rappresenta quindi la fine di un periodo di disagi e difficoltà, porta e promette nuova vita, nel pieno senso dell’espressione, e conclude un periodo nel quale, per molte persone ed animali si prospettava la morte.
Quindi pioggia sinonimo anche di sicurezza fisica, di benessere e fertilità delle persone e dei loro animali, e per questo motivo che Dio è stato chiamato NKAJ. Ma per loro Dio è qualcosa che va oltre il significato stesso della parola; è una “realtà viva” più grande, che la oltrepassa, e che ricrea tutta la ricchezza dell’esperienza della pioggia, fortemente connessa alla loro esistenza.
Gli anziani di una Manyatta ci hanno spiegato che è talmente intimo il rapporto tra la pioggia e Dio che quando piove dicono “piove Dio” e che quando capiscono che questa si avvicina dicono “E’ arrivato Dio”. Qui arriva l'acqua per LogungoqweCome vedete tutto è relativo... quante volte nella nostra quotidianità ci capita di “maledire” la pioggia, che magari scombussola i nostri piani, ci rovina una passeggiata, o semplicemente crea disagi alla circolazione??? e poi succede che in questo angolo di mondo i bambini, mentre giocano a minibasket, appena inizia il diluivio, divertiti e affascinati dalla pioggia, quasi ci danzano sotto... è proprio un mondo strano il nostro!
A domani..... vado a godermi un pò questo acquazzone...1