DIECI TEMI PER L'AGENDA DI SALERNO

Metro-Brescia

Metro-Brescia

Monorotaia di Padova

Monorotaia di Padova

Da molti anni le campagne elettorali per le comunali hanno perso capacità di presa sui cittadini. Un po’ per la loro disaffezione alla politica, divenuta sempre più affare di pochi. E un po’ per colpa della stessa politica che trasformando i partiti in comitati elettorali ha demandato a questi l’iniziativa di avvicinare gli elettori. Con l’avvento nel 1993 della legge elettorale sui sindaci, un elemento importante per l’efficace campagna elettorale di un candidato-sindaco era il «programma». Avere un “buon” programma serviva a trasmettere ai cittadini la “vision” del candidato sulle soluzioni ai maggiori problemi sul tappeto in un determinato contesto territoriale. Vinceva sempre chi aveva più voti. Ma disporre di un «buon programma» aiutava a vincere. Oggi non è più così, perché i cittadini si sono resi conto che un «programma» fortemente attrattivo  diventa spesso uno specchietto per allodole. Visto che non c’è nessuna garanzia che il suo contenuto sarà realizzato. Tanto meno che lo sarà in conformità alle proprie aspettative. I cittadini hanno imparato a proprie spese che programmi identici per contenuti possono poi essere attuati in modi, tempi, costi e risultati diversissimi tra loro. Bene ha fatto perciò il sindaco ff Napoli ad essere discreto in tema, tenendosi nel vago che più vago non si può. Individuando dieci aree tematiche e tre macroaree, dentro le quali ci potrà stare tutto o niente. Ma dopo 23 anni di gestione ininterrotta dell’attuale maggioranza, lo sforzo di elencare 10 concrete attività da mettere in campo nella prossima consiliatura per rimediare a insufficienze o ritardi delle passate gestioni si poteva fare. Partiamo dal dimensionamento della città. Vogliamo ancora puntare sulla Salerno da 180 mila abitanti, quando dal 2001 al 2015, su 18 capoluoghi esaminati, la città non solo non è cresciuta ma ha perso 8.810 abitanti? Se si vuole insistere, bisognerà spiegare bene perché. Altro punto: la città turistica. Oggi siamo fermi ai crocieristi e alle Luci d’Artista. Un po’ poco perché si possa parlare di città che vive di turismo. Bisogna puntare sul turismo stanziale, costruendo Resort e strutture ricettive a basso impatto ambientale sulla costa orientale. Ma bisogna prima di tutto risanare e ripascere gli arenili, tenere pulito il mare, movimentare con voli low cost l’aeroporto (bene l’impegno di portarci la metro). E, soprattutto, risanare e sistemare la linea di costa orientale prolungando il lungomare fino alla rotonda di via Allende. Un tema sul quale bisogna ripartire da zero è il trasporto urbano. Non si può menar vanto di niente, finché in città gireranno autobus sgangherati, che partono quando possono, arrecando grave danno all’utenza e all’immagine della città. Per migliorare la mobilità, bisognerà valutare di installare scale mobili tra via Mobilio e via Guercio e tra via Nizza e via San Giovanni Bosco, dove già esistono scale in cemento. Salerno è una città che ha fame di democrazia, di trasparenza e di partecipazione. Si deve attuare il Regolamento per il Referendum; assegnare a un “vero” esponente dell’opposizione la carica di “Defensor Civium”; migliorare la ricerca sul sito web delle decisioni e dei bilanci integrali del Comune; uniformare alla normativa i gettoni di presenza in Consiglio e Commissioni; disciplinare la concessione di contributi e spazi pubblici agli operatori culturali. Un tema da approfondire è poi quello delle Partecipate, e in particolare di Salerno Pulita che presenta a ogni fine esercizio una situazione creditoria verso il Comune che lascerebbe supporre che l’Ente sostenga costi per la raccolta e gestione dei rifiuti non stabilmente coperti dal pur elevatissimo livello di tassazione. In molti capoluoghi la raccolta differenziata si fa bene anche senza il porta a porta. Attenti a non fare la fine di Livorno. Infine: più cura ordinaria della città con una continua azione di revamping dell’esistente.