DELUCHISMO COME SISTEMA DI POTERE

SALERNO-SISTEMA

SALERNO-SISTEMA

 

 

“A Salerno sta avvenendo qualcosa di straordinario”. La battuta ad effetto di Renzi in visita alla Stazione marittima di Zaha Hadid (la cozza che si apre davanti al ‘promontorio’del Crescent) alludeva alla trasformazione urbana di cui va fiero il Governatore della Campania. E che a conti fatti, dopo 23 anni di ininterrotto dominio politico, lungi dall’essere completata nei suoi punti più qualificanti  si è risolta – tolti i parchi e fontane poi abbandonate – in una diffusa, ingiustificata e inutile costruzione di nuovi comparti edificatori. La vera “straordinarietà” di Salerno  è invece l’ultraventennale occupazione del potere politico in città da parte della maggioranza che nel 1993 elesse sindaco De Luca. Come si spiega una così lunga egemonia che non trova riscontro (neppure storico) in nessun’altra realtà italiana? E’ vero che esiste una “Salerno-Sistema”, tanto per parafrasare il logo delle utilities comunali? Si tratta di una questione socio-politico-culturale molto complessa che in altre epoche ha prodotto ricerca universitaria di buon livello. Come quella del sociologo-politologo inglese Percy Allum del 1973, che Einaudi pubblicò con il titolo “Potere e società a Napoli nel dopoguerra”. Niente di simile – che si sappia – è uscito dall’Università di Salerno, dove, invece, si è trovato modo di assegnare una tesi di laurea sulla Fiera “Luci d’artista”. La verità è che a Salerno si nega esista un “sistema di potere” imperniato sulla Public Company comunale che a tutto pensa, tutto prevede e organizza e soprattutto tutto controlla in vista delle verifiche sul campo in termini di consenso. E quello di cui non si ammette l’esistenza non si può studiare. Anzi, a Palazzo si sostiene l’esatto contrario. E cioè che quello di Salerno non è un sistema di potere bensì un “modello” da imitare ed esportare. Non solo perché funziona alla perfezione e garantisce un duro zoccolo elettorale a chi lo gestisce e orienta su precisi obbiettivi. Ma perché nel tempo, grazie a opportuni aggiustamenti, è riuscito ad associare nel circuito produttivo (quelle che Nicola Rossi ha definito “associazioni di lucro legittimamente costituite) una parte via via crescente di pezzi di società locale: imprenditori, professionisti e artigiani del settore edile,  e - a seguire -  ristoratori, personale delle partecipate, operatori turistici, culturali e del terzo settore. Al vertice del sistema, il livello politico dove nascono le strategie, i piani operativi e il controllo dei risultati. Il vero soggetto decisionale, il cerchio magico del nucleo storico della vecchia segreteria provinciale del Pci, che all’inizio degli anni ’90, sconfitte le resistenze interne, diede vita all’avventura deluchiana, costruita assumendo quali valori di deferenza il “potere” e la “popolarità” e quale valore di benessere “la ricchezza”. Nel deluchismo importanza decisiva assumono la comunicazione (non a caso si presidia subito la televisione), sulla scia della teoria di  Luhmann che il potere è comunicazione. Con un uso smoderato di simbologia politica (“Nasce la Grande Salerno”, “Arricchitevi”, “Fieri di Salerno”). E se Lasswell, uno dei fondatori della scienza politica, si spinse a scrivere un trattato per delinearne una teoria generale ("Politica: chi ottiene cosa, quando, come”), dagli “uomini del fare” non si può pretendere tanta prolissità. Per loro in politica ottiene chi crede, obbedisce e combatte fedelmente dietro le loro bandiere. Del resto, solo così i sistemi di potere resistono all'incalzare della critica di merito sulle scelte politiche. Senza il bunker del sistema che tutto può, basterebbero oggi due fatti a decretare la fine del deluchismo in città: la mancata realizzazione dopo 20 anni del front line cittadino (contestato. ma a ragione, visto che c’è già un processo in corso ) e la decennale inerzia a delocalizzare la fonderia Pisano incompatibile con il contesto antropizzato. Se questo non accadrà, non sarà perché sono deboli le ragioni di quanti vorrebbero voltar pagina, ma perché sono fortissimi gli interessi creati e consolidati negli anni opachi del deluchismo.