Cosentino's, anatomia di un declino

Nicola-Cosentino

Vi ricordate la canzone “Don Raffaé” di Fabrizio De André? E vi ricordate l’argomento trattato? Il protagonista è una guardia carceraria di Poggioreale, Pasquale Cafiero, che si trascina di cella in cella tra “briganti, papponi, cornuti e lacchè”. Tutti i santi i giorni sempre la stessa “fetenzia che sputa minaccia e s'à piglia cò me”. Per fortuna che al braccio dei reclusi speciali c’è un personaggio criminale di spicco, un boss di primo livello, un capo dei capi, un “uomo geniale” che, sorseggiando un caffè e leggendo il giornale, non solo lo ascolta ma lo aiuta a dare senso ai suoi pensieri scomposti e confusi. Don Raffaé è un “galantuomo” di fronte ad uno Stato che “si costerna, s'indigna, s'impegna poi getta la spugna con gran dignità”. Uno Stato che lascia per strada un padre con sei figli mentre l’assessore alla casa usa una roulotte come armadio per le pellicce. Solo un suo intervento può restituire giustizia al povero Cristo senza casa. Cafiero si lamenta dell’inflazione, della svalutazione (della Lira) e di quel misero stipendio con il quale non riesce a pagare nemmeno un matrimonio decente per la figlia Innocenza. Il boss e il secondino, tra una tazzulella ‘e cafè e l’altra, entrano in una certa confidenza ed allora Pasquale, oltre a leggere il giornale e chiedere opinioni, comincia a pensare che forse il potere di quell’uomo possa sollevarlo dai suoi affanni. Più la guardia è deferente, ossequiosa e disponibile a soddisfare le esigenze di don Raffaé più aumentano le richieste per soddisfare vicende personali: un vero e proprio rapporto tra patrono e cliente che ricalca pienamente l’antica soggezione del paesano nei confronti del notabile, sia esso un professionista, un politico o un criminale. Insomma, lo scambio tra i due è imperniato sul favore: Cafiero si prodiga per rendere al boss la vita in cella molto confortevole ricevendo in cambio delle agevolazioni che per reddito e posizione sociale gli sarebbero precluse.

Dapprima gli chiede, chiamandolo deferentemente “Eccellenza”, il “cappotto cammello che al maxi processo eravate 'o chiù bello” e il “vestito gessato marrone” per fare bella figura alle sospirate nozze di Innocenza, poi, avendo conquistato sicurezza nello scambio relazionale, compie il passo finale, ovvero il fine stesso del rapporto clientelare meridionale: “A proposito tengo 'nu frate che da quindici anni sta disoccupato chill'ha fatto quaranta concorsi novanta domande e duecento ricorsi voi che date conforto e lavoro Eminenza vi bacio v'imploro chillo duorme co' mamma e co' me”. Don Raffaé possiede un capitale sociale che può attivare protezioni e favori per uno stuolo di clientes da cui riceve consenso, assenso e la giustificazione del suo essere criminale. Vi starete domandando perché mi sono dilungato in questa disamina del testo di De André. Presto detto. La canzone mi è venuta in mente appena ho letto la notizia relativa al nuovo arresto di Nicola Cosentino, accusato di aver corrotto i secondini con cui era in relazione. Dall’inchiesta emerge che tra le due parti si era stabilito un rapporto di reciprocità teso allo scambio di compiacenze: da un lato le guardie gli portavano la mozzarella di bufala, i dolci di Casal di Principe, gli consentivano di tenere un ipod in cella e consegnavano messaggi agli amici in libertà; dall’altro l’onorevole (già sottosegretario) ricambiava con somme di denaro, biglietti per le partite di calcio e qualche consulenza in cooperative sociali per i parenti più stretti. Tuttavia, dalle intercettazioni si evince che i secondini non erano poi tanto conquistati dal carisma di Nik ‘o ‘mericano, a differenza del Pasquale Cafiero di De André, piuttosto erano interessati a sfruttare la situazione: “Ora abbiamo il porco tra le mani, ora lo dobbiamo incastrare”, dicono al telefono due agenti della polizia penitenziaria. Il boss della canzone era “geniale”, “eminenza” ed “eccellenza”, Cosentino nella realtà è considerato solo un personaggio influente da sfruttare prima che il suo potere declini definitivamente. Declino ormai inarrestabile: dopo l’arresto dei due fratelli per lo scandalo dell’Aversana petroli, ora sono stati raggiunti da provvedimenti di restrizione delle libertà personali anche la moglie e il cognato che gestivano, secondo gli inquirenti, i contatti con gli agenti della Penitenziaria. Questo ulteriore colpo rischia di impedire ai Cosentino’s di rientrare nel giro che conta in vista delle regionali. I politici campani sono avvisati: quando si finisce in galera si perde il rispetto e pure la faccia. E il consenso elettorale? Rimane un’incognita da valutare. “A che bell' ‘o cafè pure in carcere 'o sanno fa co' ‘a ricetta che Ciccirinella compagno di cella ci ha dato mammà”.