Anna AmoreaprimaVista Bisogno, regina indiscussa di Facebook

foulard ok ok 554757_444965048854945_1016984707_n Possiamo negare che oggi i social network, dopo essere entrati prepotentemente nella vostra vita, ne siano diventati espressione e completamento?
E’ vero o no che a loro affidiamo – chi più chi meno - i nostri pensieri, i momenti da ricordare e ce ne serviamo per confrontarci con gli amici virtuali sugli argomenti più disparati?
E se fra tutti i social Facebook mantiene ancora lo scranno, tra i giovanissimi e non, la sua dominatrice assoluta è lei, Anna AmoreaprimaVista Bisogno.
La conoscono tutti, su Facebook e nella vita reale.
Anna Bisogno é una donna che ce l’ha fatta, che è salita in alto, con impegno e perseveranza. E che non si ferma mai. Il suo segreto? Non ha mai perso l’entusiasmo e la limpidezza di una ragazzina.
Glielo dico, mentre sorseggiamo un caffè, e Anna candidamente mi risponde: “Non so se è così. Sono una donna in perenne cammino e ansia. Ma se tu ritieni di sì, allora – almeno per oggi - ce l’ho fatta!”. E sorride.
Un sorriso luminoso che la rende speciale, unica, e che oltrepassa lo schermo del pc, raggiungendo le sue innumerevoli amicizie virtuali.
Anna conduce due vite parallele.
E’ il fenomeno di Facebook. Un ciclone, una trascinatrice solare e comunicativa - chi non conosce il suo 'ti stimo'? -, punto di riferimento per tanti, attenta agli amici, puntuale e partecipe, promotrice e sostenitrice di campagne di sensibilizzazione e di solidarietà.
Amica delle donne, detesta i luoghi comuni sull’universo femminile e il termine ‘quote rosa’, che a suo dire non ha fatto altro che marcare differenze e alimentare stereotipi.
E’ stata acclamata di recente tra i giornalisti più simpatici di Salerno. Sì, perché nella vita reale Anna Bisogno è una stimata giornalista e un’esperta di comunicazione. Trapiantata nella capitale per motivi di lavoro – è Docente in storia e linguaggi della radio e della televisione all’università degli studi di Roma Tre -, ma salernitana nel cuore e nelle origini.
Comincia a raccontarsi facendo outing: “Ebbene sì, confesso: sono una timida. Dominata da una forte fragilità interiore. Ma quando lo dico nessuno mi crede! Perché sono impegnata in ambiti professionali il cui filo conduttore è costituito da comunicazione costante e confronto continuo”.
Mi parla degli anni della sua formazione: “Mi sono approcciata al giornalismo nella ‘palestra’ del settimanale cattolico Agire, allora diretto dal compianto Don Angelo Visconti. Ho iniziato come correttore di bozze. Un’esperienza carica di insegnamenti. Mi sono laureata in Scienza della Comunicazione con una tesi su come Rai e Mediaset organizzavano la fascia di prima serata - prime time. Poi ho deciso di approfondire gli studi, indirizzandoli verso la ricerca accademica. Conseguito il dottorato di ricerca in storia e sociologia dell’industria e dei media, ho iniziato ad insegnare a contratto Storia della televisione".
Da Salerno a Roma. Una corsa in salita.
Hai avuto un mentore? “Sì. Ho avuto accanto colui che ha scritto una sorta di Bibbia per gli studiosi di televisione, Franco Monteleone, con cui oggi insegno all’Università di Roma Tre. Ho avuto la fortuna di collaborare anche con chi considero il maggiore esperto di dinamiche sociologiche e di con-sumi culturali, Mario Morcellini, Direttore del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza”.
Nella capitale Anna ha intrecciato percorsi comuni con tanti volti noti e meno noti del mondo della televisione, della radio, della musica e del cinema con i quali è spesso in contatto, anche su Facebook.
C’è stata un'evoluzione nel tuo carattere – le chiedo -? “Senza dubbio. Soprattutto negli ultimi anni sono riuscita ad uscire da un guscio di protezione nel quale tendevo a rifugiarmi, i miei silenzi, la mia casa, la mia famiglia. Con il ‘decollo’, il lavoro a Roma, è subentrata una maggiore sicurezza, tante belle persone attorno a me, le gratificazioni e il riconoscimento di qualità e competenze professionali”.
Responsabilità, questa è la sua parola chiave. “Chi si occupa di comunicazione ed è in continua relazione, chi sa di esercitare influenza, condizionare, orientare ragionamenti deve pesare, dosare aggettivi e verbi. Mi ritrovo nelle parole di Stefano Benni che sostiene che bisogna assomigliare alle parole che si dicono”.
Com’è Anna Bisogno docente universitaria? “Ho un rapporto molto bello sia con i miei studenti che con i giovani in generale. In un momento come questo, in cui è difficile rea-lizzare i propri sogni, i giovani hanno bisogno che qualcuno li ascolti, li incoraggi, li aiuti a trovare una strada, uno spiraglio. Nell’era della comunicazione è più facile parlare che ascoltare. E’ un’emergenza alla quale bisogna prestare molta attenzione. Faccio mia la frase di San Giovanni Bosco ‘l’educazione è cosa di cuore’, perché ritengo che ciascuno di noi abbia la responsabilità di chi incontra per la sua strada”.
Sembra incredibile, eppure Anna trova anche il tempo per coltivare i suoi hobbies. “Amo leggere, perdermi nella musica - anche se i miei gusti musicali sono spesso criticati! -, suonare la chitarra, lavorare con le parole proprio come ruotare il cubo di Rubik”.
La famiglia torna spesso nei discorsi di Anna, è un leitmotiv. “Adoro la mia famiglia. E’ il mio punto di riferimento. Ho un colloquio molto aperto e franco con i miei genitori e mio fratello. Sono i miei compagni di viaggio insieme a chi ogni giorno, da un bel po’ di giorni ormai, occupa un posto privilegiato nel mio cuore”. Non si sbilancia più di tanto, é molto riservata.
E quando le parlo dei suoi successi, mi risponde: “Non mi sento arrivata. Preferisco dire che sto gettando basi forti e robuste per poter guardare con una certa serenità ai giorni che verranno in un presente pieno di incertezze e precarietà”.